Luganese

Dissesto del Comune di Campione d'Italia, seconda ‘puntata’

È cominciato il processo a carico di sette ex amministratori pubblici e tre revisori dinanzi ai giudici della Corte dei Conti della Lombardia

Il Municipio di Campione d’Italia
(Ti-Press/Archivio)
28 settembre 2023
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È durata a lungo oggi a Milano l’udienza davanti ai giudici (in composizione collegiale) della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Lombardia a carico di sette ex amministratori pubblici dell’enclave e tre revisori, per il dissesto finanziario del Comune di Campione d’Italia. Il processo fa seguito a due ricorsi alla sentenza pronunciata lo scorso giugno dal giudice monocratico Pia Manni. Un ricorso al decreto di condanna a una pena pecuniaria che è stato impugnato da chi (cinque amministratori pubblici tra i quali l’ex sindaca Marita Piccaluga e un revisore dei conti) dovrebbero porre mano al portafoglio per pagare al Comune dell'enclave significative somme. Il secondo ricorso al decreto che ha sollevato da qualsiasi responsabilità l’ex sindaco Salmoiraghi, il suo vice e due revisori dei conti è stato presentato dalla Procura regionale presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti.

L’accusa ha chiesto di confermare i decreti

La discussione si è aperta con la requisitoria dell’accusa dopo aver evidenziato le responsabilità di amministratori pubblici e revisori dei conti nella gestione dell'ente comunale: atti, provvedimenti e delibere hanno portato nell’estate 2018 al dissesto finanziario del Comune di Campione d'Italia, travolto da una montagna di debiti, che in parte debbono essere pagati. L’accusa si è rifatta alle conclusioni a cui era giunto Quirino Cervellini, direttore centrale del Ministero delle Finanze, consulente della Procura di Como, nel processo penale: un atto d’accusa su tutti i fronti, incominciando dai costi insostenibili per retribuire gli organici di Casinò e Comune (oltre 600 dipendenti, ora ridotti a meno di 200), il pagamento non dovuto di quasi 5 milioni di franchi ai dipendenti comunali, (ingente somma di cui il Comune ha chiesto la restituzione) e poco meno di 280mila franchi all’ex capo della polizia locale e all’ex segretario comunale. Ai giudici contabili, l’accusa ha chiesto la conferma del decreto di condanna nei confronti di Marita Piccaluga (117mila euro), Florio Bernasconi (18mila euro), Mariano Zanotta (18mila euro), mille euro a testa a due ex consiglieri comunali e Roberto Montagnini, revisore dei conti, (17mila euro).

Si rivedano le assoluzioni di Salmoiraghi e Balsamo

L'accusa ha pure chiesto di rivedere le assoluzioni dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi, del vicesindaco Alfio Balsamo e di due revisori dei conti, prevedendo per loro un pena pecuniaria rispettivamente di 26mila, 5mila euro e meno di 3mila euro. Inoltre, per tutti gli ex amministratori una misura interdittiva per 10 anni, durante la quale non potranno ricoprire cariche pubbliche. Periodo ridotto a 5 anni per i revisori dei conti. L’impostazione accusatoria è stata respinta in coro dai numerosi difensori che hanno richiamato leggi e norme in materia di gestione di un ente pubblico, sollecitando il proscioglimento dei loro assistiti.