Luganese

I condannati per il dissesto di Campione impugnano la decisione

Gli ex sindaci e gli altri amministratori dell’enclave hanno presentato ricorso alla Corte dei Conti di Roma, ossia la relativa Corte di cassazione

Acque non ancora calme
(Ti-Press)
25 gennaio 2024
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Pur avendo ridotto in modo significativo le sanzioni a Campione d’Italia, dai diretti interessati è respinta con forza la decisione dei giudici della Corte dei Conti della Lombardia, che nell’ordinanza è sintetizzata nel passaggio in cui si sostiene che “la responsabilità per il dissesto del comune dell’enclave è degli amministratori”, tra i quali gli ex sindaci Marita Piccaluga e Roberto Salmoiraghi e gli ex vicesindaci Florio Bernasconi e Alfio Balsamo. E ciò a seguito di atti amministrativi compiuti nel periodo compreso fra il 2013 e il 2018. Da qui la decisione di appellare la sentenza dell’ordinanza di cui si è avuta notizia lo scorso lunedì dopo che era stata depositata in cancelleria. È l’accusa di aver provocato lo tsunami sull’enclave che pesa sugli ex amministratori dell’enclave.

Saranno ora i giudici della Corte dei Conti di Roma (la Suprema corte della giustizia contabile) a dover chinarsi su una vicenda di cui si è discusso molto in riva al Ceresio. Durissimo il commento di Balsamo, vicesindaco durante la giunta di Salmoiraghi: “Quello che è successo a Campione ha una matrice politica più che giudiziaria. Ci sono attori e fantasmi in questa vicenda ai quali prima o poi si dovrà far provare l’emozione della ribalta e del palcoscenico”. Di seguito le sanzioni decise in secondo grado dai giudici milanesi, con tra parentesi quelle precedenti, per sindaci e vice: Marita Piccaluga 26mila euro (invece di 117mila), Florio Bernasconi 3’900 euro (invece di 18’870), Roberto Salmoiraghi 19’552 euro e Alfio Balsamo 3’900 euro, che in primo grado erano stati scagionati.