La Procura generale della Corte dei Conti ha impugnato il decreto ed è tornata a ribadire le sanzioni nei confronti di ex sindaco ed ex vicesindaco
Non solo l’ex sindaco dell’enclave Marita Piccaluga, ma anche il suo successore Roberto Salmoiraghi dovrà comparire davanti ai giudici (in composizione collegiale) della Corte dei Conti - Sezione giurisdizionale per la Regione Lombardia, che il prossimo 28 settembre saranno chiamati a sbrogliare la matassa riferita alle presunte (sono tali sino all’ultimo pronunciamento) responsabilità di ex amministratori e revisori dei conti nel dissesto finanziario (estate 2018) del Comune di Campione d’Italia. Marita Piccaluga, e con lei l’ex vicesindaco Florio Bernasconi, l’ex assessore Mariano Zanotta, due ex consiglieri comunali e un revisore dei conti, hanno fatto ricorso alla decisione del giudice monocratico della Corte dei Conti milanese che con decreto dello scorso 13 giugno, li condannava al pagamento di sanzioni pecuniarie per oltre 170mila euro.
Lo stesso giudice monocratico ha escluso le responsabilità da parte di Roberto Salmoiraghi, del vicesindaco Alfio Balsamo e di due revisori dei conti, nei confronti dei quali era stata richiesta una pena pecuniaria per complessivi 38mila euro. Una ‘assoluzione’ che nei giorni scorsi è stata impugnata dalla Procura generale della Corte dei Conti, che è tornata a ribadire le sanzioni anche per Salmoiraghi, Balsamo e i due revisori dei conti, considerato che secondo i magistrati contabili una volta insediatisi (i due ex amministratori) “avrebbero dovuto immediatamente procedere alla dichiarazione di dissesto (avendo ereditato una situazione insostenibile, ndr), mentre al contrario hanno perseverato nella gestione. E continuare ad amministrare pur in assenza di prospettive di risanamento, rappresenta già di per sé un contributo al dissesto”.