Si tratta di una proposta di Oikos Solar per rinvigorire una transizione energetica a vantaggio di ambiente, cittadino ed ente pubblico
Un’iniziativa di Oikos Solar mira a incrementare la produzione indigena di energia elettrica pulita, di origine fotovoltaica. Una proposta, si legge in una nota, “per rinvigorire una transizione energetica che è ancora troppo lenta nonostante gli incentivi introdotti dalle autorità federali, cantonali e comunali”. L’iniziativa è nata dagli studenti ticinesi dell’università di San Gallo, sostenuta da un consiglio di esperti fra cui diversi professori di quell’ateneo. Ed è “un’indiretta conferma della bontà di un progetto molto simile lanciato un anno fa a Capriasca con una mozione del gruppo Onda Rossa”.
La proposta centrata sul partenariato tra ente pubblico e cittadino
La proposta del Gruppo Onda Rossa Capriasca, attualmente in trattazione, è centrata sul partenariato tra ente pubblico (Comune) e cittadino (proprietario di immobile, sia mono che plurifamiliare), i quali stipulano un contratto della durata di 30 anni, pari grosso modo alla durata di vita economica dei pannelli fotovoltaici. Sintetizzando, il proprietario immobiliare mette a disposizione il proprio tetto sin lì inutilizzato; l’ente pubblico fornisce il capitale necessario all’acquisto e all’installazione dell’impianto fotovoltaico. In contropartita per l’impegno a favore della collettività, al proprietario immobiliare va il beneficio generato dall’autoconsumo (risparmio sulla bolletta elettrica); all’ente pubblico spettano invece gli introiti della vendita all’Azienda Elettrica Ticinese (AET) dell’energia in esubero prodotta dai pannelli fotovoltaici. Introiti che, e qui sta il punto focale del modello, vengono immediatamente investiti nell’acquisto e montaggio di nuovi impianti fotovoltaici, a loro volta generatori di crescenti autoconsumi e di entrate finanziarie utilizzate per installarne di nuovi.
Con un finanziamento iniziale di 300'000 franchi si potrebbe procedere all’installazione di una ventina di impianti di media potenza. “Grazie alle disponibilità del Fondo energie rinnovabili (FER) del Comune di Capriasca, il montante sarebbe immediatamente impiegabile, senza problemi e con oneri irrisori. Sull’arco di soli 10 anni, ai prezzi 2022 AET dell’energia immessa in rete, il capitale iniziale non solo permetterebbe di quasi triplicare il numero degli impianti installati, ma sarebbe anche in grado di ricostituirsi e di generare entrate supplementari non indifferenti. In vent’anni, il numero di impianti installati e il ritorno dell’investimento presenterebbero valori ancora più importanti.
“Il modello è tutt’altro che rigido – si legge nella nota – perché il proprietario immobiliare ha sempre e comunque la facoltà di riscattare l’impianto, pagando al Comune il valore iniziale diminuito di una calcolata quota di deprezzamento”. Naturalmente, affinché le risorse della collettività vengano utilizzate nel modo più razionale, sono posti alcuni criteri e vincoli come, ad esempio, l’orientamento o lo stato del tetto. Limitazioni ugualmente presenti per le sovvenzioni cantonali e federali o per i classici sussidi comunali. “Alla fine – conclude il documento – ne trarranno vantaggio l’ambiente, il cittadino e l’ente pubblico”.