Luganese

Costi sanitari dei campionesi, ‘nessun onere per il Cantone’

Il Consiglio di Stato risponde a due interrogazioni che riguardano l'utilizzo, da parte dei cittadini di Campione d'Italia, delle strutture ticinesi

(archivio Ti-Press)
18 luglio 2023
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Nessun tavolo tecnico tra Regione Lombardia, Confederazione svizzera e Canton Ticino. Lo afferma il Consiglio di Stato in risposta a due interrogazioni, che riguardano la presa a carico sanitaria dei cittadini di Campione d’Italia. Il CdS placa quindi le preoccupazioni che concernono un possibile onere per il Cantone nel caso del modello di compartecipazione volontaria dei campionesi ai costi sanitari. “A seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia, non vi è più la necessità di creare una tavolo tecnico. Le eventuali questioni in sospeso sono trattate direttamente con la Giunta della Regione Lombardia dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, ambito affari internazionali”.

L’assistenza sanitaria alle persone residenti nell’enclave “è retta storicamente da un accordo italo-svizzero del 28 gennaio 2005, che in pratica garantisce ai cittadini di Campione d’Italia l’accesso alle cure sanitarie nel Canton Ticino, nel quadro dell’assicurazione sociale malattia”, spiega il Consiglio di Stato. Il rimborso di queste prestazioni avviene tramite l’istituto Ic-Lamal, che poi trasmette le fatture al Ministero italiano della salute. Un sistema che rischiava di dover cambiare quando, con le delibere del 14 luglio 2020 e del 16 novembre 2021, la Giunta della Regione Lombardia aveva dato mandato all’Agenzia di tutela della salute (Ats) dell’Insubria di comunicare alle autorità elvetiche la fine delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie erogate in Ticino ai campionesi. Questi ultimi avrebbero potuto, fino al 30 settembre, usufruire delle strutture sanitarie ticinesi solo tramite un modello di compartecipazione volontaria alla spesa sanitaria e presentando un’impegnativa da parte di un medico italiano. Questo esclusi i trattamenti urgenti che sono sempre stati garantiti. Una situazione che è stata però rovesciata da una sentenza del Tar della Lombardia che ha decretato che i cittadini di Campione d'Italia sono da equiparare agli italiani che risiedono all'estero e che dunque, in questo caso, hanno diritto di rivolgersi alle strutture svizzere.

Nella loro interrogazione del 17 aprile, Cristina Maderni (Plr) e cofirmatari si dicevano preoccupati circa un possibile onere per il Canton Ticino su parte dei costi dei servizi sanitari erogati ai campionesi. Il Consiglio di Stato, in risposta, indica che non vi sono rischi che ciò accada. Come detto, le fatture emesse in Ticino che riguardano i residenti a Campione, vengono pagate dall’Ic-Lamal, che poi recupera dallo Stato italiano quanto anticipato. Inoltre, allo stato attuale il modello di compartecipazione non è più un tema.

Tra i morosi non risultano campionesi

Preoccupazioni sempre di carattere finanziario, sono state espresse anche da Alessandro Mazzoleni (Lega) e cofirmatari. Nello specifico, in un’interrogazione dello scorso 8 maggio, veniva sollevata la questione degli assicurati morosi. In risposta alle domande, il Consiglio di Stato ricorda che “i cittadini di Campione d’Italia continuano a essere coperti dal sistema sanitario italiano” e che nessuno dei campionesi “potrà quindi mai diventare ‘assicurato moroso’ secondo il concetto espresso dall’art. 64a LAMal”. Di conseguenza, non si è valutato di costituire un fondo a garanzia dei costi per la gestione dei cittadini italiani morosi.

In risposta alle altre domande, viene indicato che durante il 2022, sono stati segnalati 25’175 morosi, ma tra di essi non figurano residenti a Campione d’Italia. L’onere finanziario che ha dovuto sostenere il Cantone negli ultimi dieci anni (dal 2013 al 2022) per coloro che non hanno pagato le fatture di carattere sanitario è di circa 162 milioni di franchi. Dopo una crescita continua di questo onere, con un picco al 2020 con circa 22,5 milioni di franchi, nel 2021 si parla di 19 milioni e nel 2022 di 20,5 milioni. Riguardo a questi dati, il Cds indica che non è possibile fare una distinzione tra svizzeri e persone con un permesso per stranieri. I firmatari avevano inoltre chiesto a quanto ammonta annualmente il recupero degli attestati di carenza beni in favore del Canton Ticino. “Negli ultimi dieci anni (2013-2022) abbiamo ricevuto dagli assicuratori malattia, a titolo di rimborso su recuperi, 5’258’210 franchi”. Fino al 2020 annualmente non venivano recuperati più di 800mila franchi, mentre nel 2021 e 2022 si parla di più di un milione.

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