L'accesso alle cure in Svizzera è garantito per i residenti nell'enclave, che non dovranno più mettere mano al portafoglio
Quello dell’assistenza sanitaria ai campionesi è un tema che nell’enclave continua a tenere banco. L’ultimo capitolo è rassicurante per i residenti a Campione d'Italia, che non dovranno porre mano al portafoglio per contribuire a pagare le spese, quando fanno ricorso alle strutture sanitarie in Ticino, come è stato nel 2022 (93 franchi mensili per i maggiorenni e 33 franchi mensili per i minori di 18 anni e una compartecipazione annua di 700 franchi per gli under 18). Una tassa sulla salute di 1’816 franchi annui, per i maggiorenni, è passata definitivamente in archivio, dopo che è scaduto il termine entro il quale Regione Lombardia avrebbe potuto impugnare la sentenza del Tar che nel giugno scorso ha annullato la delibera-ingiunzione, che obbligava i campionesi a pagare.
La partita comunque non è terminata: la cancellazione della tassa ha aperto un buco di 2,5 milioni di euro. Per tappare questa falla, sono in corso interlocuzioni tra l’enclave, il Ministero della Sanità e la Regione Lombardia. A questo proposito Roberto Canesi, sindaco di Campione d’Italia, mostra un cauto ottimismo: «Per assicurare l’assistenza ai miei concittadini, il sistema sanitario nazionale deve sostenere costi decisamente inferiori rispetto al passato: questo dopo le misure e i tagli per 2,5 milioni di franchi che abbiamo deciso». Al centro dei contatti con Roma e Milano ci sono anche i costi riconducibili all’indennità monetaria riconosciuta al medico di medicina generale, ai farmaci del prontuario farmaceutico svizzero prescritti ai campionesi da medici svizzeri e agli interventi della Croce Verde di Lugano.