Rosa Perrotta, star di Instagram ed ex tronista di ‘Uomini e Donne’, in gita sul Ceresio ha postato sui social lo scontrino di un pranzo da 150 franchi
Che i prezzi della ristorazione a Lugano, e in generale in Svizzera, siano più alti rispetto a quelli praticati nella vicina Italia è cosa evidente come il sorgere del sole a est. A ricordarlo, ogni tanto, arriva puntuale una polemica social sollevata dal Vip o dall'influencer di turno secondo il copione consueto: pubblicazione della foto dello scontrino incriminato sui social ed annessa lamentela che può oscillare fra la battuta ironica e il peana di protesta con immancabile promessa di non tornare più (ma sarà vero, poi?).
Stavolta, a raccontare l'impatto con i prezzi ticinesi è l'influencer Rosa Perrotta, all'attivo quasi 2 milioni di follower su Instagram e una carriera da tronista nella trasmissione Mediaset "Uomini e donne". In gita a Lugano con il compagno e il figlio, la star dei social ha pubblicato lo scontrino del pranzo consumato, chiedendo ai fans quanto, secondo loro, era stato pagato per, nell'ordine, un maxi toast, due club sandwich di cui uno al pollo e uno al tonno, una piadina al pollo e una con formaggio affumicato, dell'ananas, un succo d'arancia, una bottiglietta d'acqua e due birre alla spina medie. Per chi si fosse perso la story, riportiamo la risposta: 150 franchi o giù di lì. Cifra che, come da copione, ha scatenato una serie di commenti indignati.
Rosa Perrotta non è tuttavia il primo personaggio pubblico a lamentarsi sui social di quanto costa pranzare o cenare fuori a Lugano: già qualche anno fa, a sollevare una polemica con un noto gerente luganese, poi ricomposta amichevolmente, era stato il comico di Zelig Giovanni Vernia, colpito dal costo di quasi 15 franchi per un cappuccino, una spremuta e una bottiglia d'acqua. E anche fuori dal Ticino, regolarmente è un fiorire di scontrini a prima vista esagerati, legati da una caratteristica comune: quella di essere stati emessi in località turistiche note anche per il livello dei prezzi più alto rispetto alla media: ultimo, il caso di un caffè e una bottiglia d'acqua pagati 20 euro in un bar a Como sul lago.
Due cose, tuttavia, sono da considerare: anche nella stessa Lugano, i prezzi non sono tutti uguali. Curiosando fra i menu di alcuni locali del centro città, lo stesso club sandwich al pollo può essere pagato dai 20-22 franchi fino ai 35-36: posto che il prezzo è più alto della media, è evidente che non mancano le scelte a costi minori.
C'è poi da aggiungere, soprattutto, che in Svizzera la questione dei prezzi è regolamentata in modo molto stringente. In Ticino, la legge sugli esercizi alberghieri e la ristorazione (Lear) all'articolo 93 così recita: "Il gerente deve esporre nell’esercizio, in luogo visibile ai clienti o tenere in ogni momento a loro disposizione, la lista dei prezzi tutto compreso riguardanti l’alloggio, i cibi e le bevande con l’indicazione precisa e separata degli eventuali supplementi per musica, spettacolo, ballo, autorimessa o altro. È inoltre fatto obbligo al gerente di esporre all’esterno dell’esercizio la lista dei prezzi".
Essendo dunque obbligatorio mostrare i prezzi non solo sul menu ma anche all'interno del locale, viene da chiedersi se chi sceglie un posto più costoso di altri per poi lamentarsi dello scontrino "salato" si sia lasciato sfuggire tale indicazione o, magari, abbia fatto male i conti. Senza escludere, ovviamente, che invece abbia fatto benissimo quelli relativi al numero di visualizzazioni che un post del genere potrebbe ricevere...