Luganese

Caso Mezhde, scatta l’interrogazione in Gran Consiglio

Anna Biscossa e Fabrizio Sirica (Ps) interpellano il governo sulla gestione della pratica della donna curda e della sua famiglia a rischio espulsione

La sorella mentre consegna le firme al Cancelliere di Stato
(Ti-Press)
9 marzo 2023
|

È vero che il Consiglio di Stato ha espresso una risposta negativa alla petizione consegnata dalla sorella di Mezhde che aveva raccolto oltre 1000 firme? È questa la domanda cardine inoltrata al Gran consiglio da parte dei granconsiglieri Fabrizio Sirica e Anna Biscossa (Ps). Interrogativi che ruotano attorno alla famiglia curda irachena che a inizio dicembre ha ricevuto la decisione di espulsione dalla Svizzera: Mezhde, suo marito e i figli di 8 e 4 anni. Una famiglia che, come si legge nell’interrogazione, è perfettamente integrata.

I granconsiglieri chiedono inoltre se non si ritiene che ci siano gli estremi, data l’integrazione della famiglia a Lugano, che il Cantone si dichiari favorevole alla concessione di un permesso di dimora per caso di rigore all’indirizzo della Segreteria di Stato della migrazione (Sem) per evitarne così l’espulsione dalla Svizzera. Per una tale concessione, i firmatari dell’interrogazione, ritengono che "per lei sembrano esserci le premesse perché si possa ritenete pienamente assolto il criterio dell’integrazione, criterio ritenuto sostanziale per la concessione del caso di rigore".

La donna è infatti cresciuta in Ticino e ha trascorso solo una parte della sua vita tra Duhok (città del Kurdistan iracheno) e il campo profughi in Iran dove è nata durante la Guerra del Golfo. A Lugano vivono anche i suoi genitori e le sue sorelle che da dieci anni sono ormai cittadine svizzere. Sia lei che il marito lavorano e i loro figli parlano perfettamente l’italiano.

L’Ufficio della migrazione del Cantone aveva preannunciato il probabile preavviso negativo riguardo all’istanza per il caso di rigore inoltrata a fine dicembre, concedendo due settimane di tempo per prendere posizione e fornire altro materiale a sostegno della richiesta. A sostegno della causa di Mezhde erano poi state consegnate alla Cancelleria comunale oltre mille firme, nel tentativo che l’espulsione venisse revocata.

I firmatari chiedono dunque, se confermata la decisione del Consiglio di Stato, quali sono le argomentazioni che hanno determinato tale risposta.

Leggi anche: