L’arresto dell’uomo aveva suscitato sdegno. Domani, i giudici decideranno sull’adeguatezza della pena di tre anni sospesi, concordata tra le parti
Aveva suscitato un polverone il caso dell’ex direttore di una scuola media del Luganese finito in manette lo scorso mese di settembre, con l’accusa di abusi sessuali su minori, per aver avuto una relazione con una sua allieva e per averne palpeggiato una seconda. L’uomo, reo confesso, sarà processato domattina. Comparirà di fronte alla Corte delle Assise Criminali di Lugano presieduta dal giudice Mauro Ermani (giudici a latere a Emilie Mordasini e Aurelio Facchi), che dovrà decidere se ritiene adeguata la pena di tre anni di reclusione (di cui sei mesi da espiare), patteggiata tra l’accusa sostenuta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri e l’avvocato difensore Davide Ceroni.
Come noto, l’ex direttore ha intrattenuto una relazione con una delle due minorenni. Una relazione che si è protratta dal maggio al mese di luglio del 2022, poco prima che il docente assumesse la direzione della scuola. La seconda allieva aveva invece subito un palpeggiamento. L’uomo, sospeso dopo l’arresto, aveva ammesso sia il fatto di aver avuto rapporti sessuali all’interno dell’istituto scolastico sia la relazione con la sua allieva, definendola sentimentale e senza costrizione. A metà dello scorso mese di dicembre, l’allora 39enne è stato posto in regime di espiazione anticipata della pena, passando dal carcere giudiziario della Farera al penitenziario cantonale della Stampa.
L’ex direttore dovrà rispondere di atti sessuali con fanciulli. La proposta di pena concordata, come detto, è di tre anni di prigione, dei quali sei mesi da espiare, oltre all’interdizione a vita dall’esercizio di qualsiasi attività, professionale o extra-professionale, che implichi un contatto regolare con dei minorenni. Il caso aveva suscitato sdegno. Diversi genitori avevano sollevato la questione delle segnalazioni effettuate sui comportamenti inappropriati del docente di latino, che durante le lezioni agli allievi di terza media affrontava anche temi legati all’educazione sessuale e aveva avviato una chat, attraverso la quale gli allievi potevano accedere con le loro email private e non con quelle rilasciate a ogni giovane studente dall’istituto, una sorta di canale privilegiato di scambio di messaggi.
Quando l’inchiesta pena è stata formalmente chiusa, è partita anche l’inchiesta amministrativa, chiamata a chiarire alcuni degli aspetti più scottanti della vicenda, tra i quali spicca quello delle segnalazioni da parte dei genitori, che non sono mai arrivate al Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), ma si sarebbero fermate nella sede.