Luganese

A Monteceneri scatta il referendum sull’acquedotto

Partita la raccolta firme contro il credito da 2 milioni per rinnovare ed estendere le condotte sotto alla Cantonale: ‘Non prioritario né necessario’

Opere necessarie o no?
(Ti-Press)
3 febbraio 2023
|

«Un investimento non prioritario e non necessario, prima di tutto». Queste, in estrema sintesi, le ragioni dei contrari al credito da due milioni di franchi approvato all’unanimità dal Consiglio comunale (Cc) di Monteceneri durante la seduta del 14 dicembre scorso. Un credito per il rinnovo e l’estensione delle condotte di acqua potabile sul sedime della strada cantonale a Rivera, nei pressi della Stazione Ffs. Opere che – malgrado il massiccio appoggio politico – da una frangia della popolazione sono giudicate inutili al punto da aver avviato la raccolta firme per organizzare un referendum comunale.

‘Le infrastrutture sono già adeguate’

«Il Cc non ha capito la problematica» sostiene Gabriele Ghilardi, uno dei promotori. «Hanno votato un credito con le sole argomentazioni che la nuova condotta permetterà una miglior circolazione dell’acqua, che non è necessaria perché abbiamo già tutti i collegamenti necessari, e migliorerà il sistema anti-incendio, che è già altrettanto funzionante e predisposto come da disposizioni cantonali. Le infrastrutture attuali sono già adeguate». Ghilardi è stato municipale (per il Plr) sia a Rivera, sia durante la prima legislatura a Monteceneri. «Conosco molto bene l’acquedotto di Rivera. Per questo ritengo che questo sia un costo inutile per l’Azienda acqua potabile. Oltre a non portare nessun miglioramento all’utenza allacciata, i costi non sono indifferenti». Il credito infatti è di due milioni, e di questi «1,5 sono previsti per il potenziamento della linea con la creazione di una nuova condotta di 560 metri sotto alla strada cantonale che è perfettamente inutile. Inoltre, queste opere non erano nemmeno previste dal Piano finanziario. Non si spendono due milioni così. E per l’Azienda acqua potabile ci sono delle altre esigenze».

‘Deluso che il messaggio sia passato all’unanimità’

Quali? «Cercare nuovi fonti d’acqua, ad esempio. Purtroppo però il messaggio è stato mal compreso». Secondo Ghilardi, il legislativo infatti non avrebbe lavorato adeguatamente. «Non è stato fatto un vero approfondimento. Una volta in Cc si discuteva sui temi, adesso quasi più... i messaggi passano come una lettera alla posta, e questo è peccato. E poi ho l’impressione che ci sia minor conoscenza del territorio e delle sue reali esigenze. Mi delude in particolare che il messaggio sia passato all’unanimità». Sebbene il gruppo di contrari si definisca infatti apolitico, non si può non notare che diverse persone che sostengono il referendum hanno un passato in politica attiva sia a Monteceneri sia negli ex Comuni che si sono aggregati.

Necessarie 480 firme

La raccolta di firme è partita settimana scorsa e i sessanta giorni a disposizione per legge per raccogliere le adesioni necessarie (circa 480) sono ormai quasi scadute. «Abbiamo tempo fino al 13 febbraio – conferma Ghilardi –, ma siamo già a buon punto: abbiamo superato la metà. Vorremmo arrivare a 520 per sicurezza. Siamo fiduciosi nella riuscita». E il fatto che il sostegno sia così ampio rappresenta un segnale politico di un certo peso sia per l’esecutivo sia per il legislativo, entrambi favorevoli praticamente all’unanimità al messaggio. Ma se davvero si dovesse andare al voto e se la popolazione dovesse accogliere le tesi dei contrari cosa succederebbe? Sarebbe comunque possibile poter fare eventuali lavori, considerato che a seguito di lavori su strade cantonali il Cantone impone il ‘veto’ di ulteriori interventi nei cinque anni successivi? «Se un domani dovesse esserci realmente quest’esigenza, allora si potrebbe tranquillamente procedere senza dover posare le condotte sotto alla strada cantonale. Si possono sostituire quelle esistenti che transitano sotto alle attigue strade secondarie».

Un nuovo municipale

Del dossier era responsabile la municipale Loredana Cotta Leoni (Monteceneri Rossoverde), che ha dato le dimissioni per motivi di salute pochi mesi fa e che è stata sostituita da Nangbayadé Aharh. Quest’ultimo però è entrato in carica soltanto a fine novembre, due settimane prima che il messaggio arrivasse in Cc, mentre precedentemente se n’è occupato ad interim Antonio Dal Magro (Plr). È stato proprio Dal Magro a portare il tema in Cc e lo abbiamo sentito per una replica.

Dal Magro: ‘È un’opportunità’

«La questione è più complessa di come viene presentata dai referendisti – premette il municipale –. In realtà, si è creata un’opportunità che abbiamo deciso di cogliere. Il Cantone farà comunque dei lavori alla strada cantonale, per rifare la pavimentazione e il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. Noi abbiamo fatto un’analisi del comparto ed è emerso che per la polizia del fuoco siamo sottostrutturati. Inoltre, ci sono dei tubi ciechi e altre problematiche da mettere a posto. Quindi i nostri specialisti (studio Lucchini & Canepa, ndr) hanno stabilito che c’è bisogno di fare quest’intervento. Dire che è inutile è sbagliato, non possiamo mettere in dubbio le disposizioni cantonali e le indicazioni specialistiche».

‘Già individuate soluzioni per spendere meno’

Dal Magro ammette che il messaggio si sarebbe potuto fare meglio ma che, da un lato, il cambiamento di capodicastero e, dall’altro, i tempi stretti fissati dal Cantone hanno obbligato ad agire in fretta. E ora si rischia il voto popolare. «Abbiamo provato a trovare un compromesso per evitare il lancio del referendum, ma invano». Se la raccolta di firme dovesse riuscire si andrà dunque al confronto, ma su alcuni punti il municipale replica già agli avversari. A partire dai costi. «Intanto, procedere così permette di risparmiare, grazie alle spese che si assume il Cantone. Inoltre, abbiamo già individuato delle soluzioni per spendere meno rispetto alla richiesta, in particolare sulla dimensione dei tubi nuovi (170 millimetri invece di 200, ndr), che rappresentano la spesa maggiore». E sulla contestazione che si sarebbe potuto intervenire sotto altre strade secondarie? «Costruendo altrove verrebbe stravolto l’impianto idrico esistente, non avrebbe senso. Se allunghiamo il tragitto allontanandoci dalla strada cantonale, i tubi diventano più lunghi e le spese ancora maggiori».