La pubblica accusa propone una pena di tre anni, sei mesi dei quali da espiare con l’ulteriore accusa di somministrazione di sostanze dannose alla salute
Gli abusi compiuti dall’ex direttore di una scuola media del Luganese, lo riferisce la Rsi, sono avvenuti anche tra le pareti scolastiche. Questo quanto emerge dall’atto d’accusa del procuratore pubblico Roberto Ruggeri, che ripercorre nel dettaglio i fatti – integralmente ammessi – accaduti tra la fine di maggio e la metà del luglio scorso.
Il docente, 39enne, avrebbe avuto, in quel periodo, una relazione con una delle due allieve vittime delle sue attenzioni. Un rapporto consenziente sì, ma vietato dalla legge in quanto la ragazza aveva meno di 16 anni. In tutto si parla di una ventina di episodi, che vanno dai toccamenti fino ai rapporti completi. Gli abusi sono stati commessi – riferisce ancora l’emittente di Comano – sia in Ticino sia all’estero, al ristorante, in un albergo, in auto e a scuola. Tra quelle pareti è avvenuto due volte, una volta nell’ufficio dell’ex direttore, l’altra in un’aula dell’istituto. Con la seconda vittima, i soprusi sono stati meno pesanti: palpeggiamenti in auto, in presenza della prima ragazza.
L’ex direttore, difeso dall’avvocato Davide Ceroni, dovrà rispondere, oltre al reato di atti sessuali con fanciulli, di somministrazione di sostanze dannose alla salute come vino e superalcolici. Da nostre informazioni, inoltre, la perizia definisce il 39enne come un uomo dalla personalità manipolatrice.
Il processo, alle Assise criminali, si terrà con la formula del rito abbreviato. Le parti si sono accordate per una pena di tre anni di carcere, sei mesi dei quali da espiare. La proposta su cui si chinerà la Corte, riferisce la Rsi – prevede pure l’interdizione a vita dall’esercizio di qualsiasi attività (professionale o extra-professionale) che implichi un contatto regolare con dei minorenni.