Mentre prosegue la campagna ‘Caffè con l’agente’, volta alla conoscenza fra cittadini e agenti di prossimità, nostro reportage dal popoloso rione
«Ciao Ruben», «ciao Andrea». È anche qui, in un amichevole e fugace saluto con l’impiegato di un supermercato, il senso dell’agente di quartiere. Uno dei tanti saluti che il caporale Andrea Mazzacchi si scambia nell’oretta abbondante durante la quale lo accompagniamo nel giro di perlustrazione del ‘suo’ quartiere. Andrea – ci permettiamo di chiamarlo per nome perché tutta la campagna della Città di Lugano relativa ai poliziotti di quartiere è incentrata sulla conoscenza degli stessi –, assieme al sergente capo Tiziano, è l’antenna della Polcom a Pregassona. Un quartiere grande e popoloso, con differenti anime, che spesso ravviva le cronache per svariati motivi.
E durante il nostro giro tutto sommato tranquillo i principali argomenti di cronaca recente li tocchiamo tutti. «Nei nostri pattugliamenti non mancano mai le scuole – ci spiega Mazzacchi –, sono luoghi sensibili perché frequentati da bambini e ragazzi e in particolare durante gli orari ‘di punta’ di inizio e fine lezioni c’è un gran viavai e bisogna fare attenzione che pedoni e veicoli convivano adeguatamente». Il nostro giro parte dalla redazione in via Fola attorno alle 10 e termina nello stesso posto verso le 11.30, motivi particolari per passare davanti alle scuole a quell’orario non ce ne sono. Ma di luoghi considerati «sensibili» ce ne sono altri. Le strisce pedonali più attraversate, l’ecocentro nei giorni di maggior frequenza, i parcheggi più grandi, i cantieri. Proprio in via alla Bozzoreda ce n’è uno. Ci dirigiamo «per verificare che sia tutto a regola, che non vi siano rischi per la sicurezza dei passanti». La strada è chiusa, tutto pare a posto, ci spostiamo oltre.
«Qualcosa che generalmente non facciamo – chiarisce strada facendo il caporale – è il controllo sistematico della regolarità dei parcheggi. Di principio infatti è un compito specifico degli ausiliari. Certo, se notiamo un’automobile posteggiata per tanto tempo allo stesso posto senza che il parchimetro venga aggiornato, ad esempio, la multa possiamo farla chiaramente anche noi. Siamo sempre poliziotti e questo vale per qualsiasi cosa capiti nel quartiere di competenza». Intanto, passiamo davanti alla chiesa di Pazzalino, deserta ma salita alla ribalta durante le prime fasi della pandemia quale luogo di ritrovo dei giovanissimi e, purtroppo talvolta, scenario di risse più o meno grandi. «Sì, me lo ricordo, era il periodo di chiusura di bar e discoteche e i ragazzi non sapevano dove andare – conferma l’agente –. In quel caso, come in altri simili, è stata molto preziosa la collaborazione con il vicinato che ha iniziato a segnalarci la situazione e noi, oltre a monitorarla nel limite del nostro raggio d’azione, l’abbiamo segnalata a nostra volta alle pattuglie notturne».
Sì, perché i poliziotti di quartiere generalmente hanno un orario di lavoro diurno. «La regolarità degli orari è stata uno dei motivi che mi hanno spinto a diventare agente di quartiere, sebbene il motivo principale che mi ha affascinato sia la profonda conoscenza del territorio, e delle persone che lo vivono, che si sviluppa. È bello avere a che fare costantemente con le persone, si creano rapporti più umani». Rapporti che Andrea coltiva assiduamente anche nel privato, svolgendo un’importante attività di volontariato come allenatore dei bambini dell’Hcl. Agente di quartiere da sei anni, è in polizia da sedici. A lungo si è occupato di traffico e di incidenti ne ha visti parecchi. Una vita all’apparenza più tranquilla dunque, non manca un po’ il ‘brivido’ del mestiere? «È vero, non c’è forse più lo stress della chiamata d’urgenza. Ma comunque può capitare d’imbattersi in tutto, da un malore a un’aggressione a una rapina. Siamo le prime antenne sul territorio».
Ma gli anni più difficili sono stati forse gli ultimi, ci spiega. Pandemia a parte, le tensioni sociali non sono purtroppo mancate a Lugano. I mesi prima e dopo la parziale demolizione dell’ex Macello sono stati particolarmente impegnativi per le forze di polizia. Andrea è fra gli agenti attivi anche nel mantenimento dell’ordine, chiamato ad esempio quando sono in calendario partite considerate delicate a causa delle tifoserie particolarmente ‘calde’. E poi, naturalmente, durante le manifestazioni organizzate dagli autogestiti. «Di momenti critici ne abbiamo vissuti tanti – racconta –: lanci di sassi, sputi, insulti... peccato. Non è sempre facile». Mentre parliamo, passiamo intanto dalle parti di via Industria e non può che tornare alla mente il caso che pochi anni fa fece scandalo: una coppia, nel frattempo condannata, viveva con i tre figli minorenni, immersa nell’immondizia e fra cani (male) accuditi per la vendita clandestina. «Purtroppo non è sempre semplice venire a sapere di casi di disagio, anche non estremi come questo, ma in ogni caso appena ci capita contattiamo il Sas (Servizio di accompagnamento sociale di Lugano, ndr)».
Una delle particolarità di Pregassona è in effetti la suddivisione fra parte alta e bassa, la prima con numerose case mono e bifamiliari, nella seconda prevalgono i palazzi popolari. «Per me non c’è differenza – precisa però l’agente –, sono tutte zone residenziali che meritano lo stesso trattamento, la stessa sicurezza, la stessa tranquillità». E a proposito di tranquillità, capita mai di intervenire per schiamazzi e rumori molesti? «In realtà meno di quel che si potrebbe pensare. Negli esercizi pubblici molto raramente e di solito su segnalazione. Un po’ più spesso se questi problemi si creano nel vicinato fra privati cittadini, ma più che altro durante la bella stagione».
‘Di stagione’ adesso invece è tutt’altro problema: la formazione del ghiaccio sulle strade. È un aspetto al quale forse non sempre si pensa, ma fra i tanti compiti degli agenti di quartiere c’è anche il controllo dello stato delle strade. Ma non solo: «Ad esempio verifichiamo che non vi siano rami pericolanti e anche in tal caso se notiamo qualcosa di sospetto lo segnaliamo ai servizi preposti». Mentre il reportage volge al termine, un ciclista ci taglia la strada passando sul marciapiede a velocità sostenuta. «È vergognoso!» esclama Andrea, ricordando quanto sia stato fatto dalla Polizia comunale negli ultimi anni per sensibilizzare i diversi utenti della strada al corretto utilizzo di strade, marciapiedi e ciclopiste. «Noi lavoriamo tanto a livello preventivo e soprattutto con il dialogo. Nella maggior parte dei casi questo basta, le persone si scusano. Purtroppo c’è anche chi risponde male, ma sono una minoranza. In ogni caso – sottolinea – in quest’ambito vengono date parecchie multe».
Prima di rientrare in redazione si passa da un noto sentiero ciclo-pedonale, alla ribalta alcuni anni fa per delle segnalazioni su bocconi avvelenati. «Me lo ricordo bene quel periodo – conferma Andrea –. È una problematica che ci aveva occupati molto, avevamo fatto diversi appostamenti anche non in uniforme. Ma senza reali constatazioni alla fine». L’allarme era poi effettivamente rientrato, ma la guardia è rimasta elevata. E in tema animali, la domanda sorge spontanea: lo stereotipo del poliziotto di prossimità che ‘salva’ il gatto dall’albero è solo nell’immaginario collettivo o è un problema che capita di affrontare? «No, mai successo in sedici anni di lavoro. Ma è capitato di intervenire per una pecora che non stava bene, su segnalazione (ride, ndr)».
Con Andrea ci salutiamo, mentre ai lettori ricordiamo che gli incontri previsti dalla campagna ‘Caffè con l’agente’ continueranno dal 6 al 10 febbraio. A Lugano, Muzzano e Sorengo, si potrà continuare a incontrare gli agenti di quartiere con i quali bere un caffè e rinnovare la vicinanza, l’ascolto e la conoscenza reciproca. Tutti i dettagli del programma possono essere consultati sul sito www.lugano.ch/caffe-agente. Le location prescelte saranno sempre distinguibili grazie ad apposite bandiere esposte all’esterno dei locali.