Il prossimo 21 novembre prevista l’approvazione del piano presentato dalla casa da gioco per i prossimi cinque anni, che le permetterà di restare aperta
«Abbiamo raggiunto già ora gli obiettivi per il primo anno fissati dal piano». È soddisfatto l’amministratore delegato del Casinò di Campione d’Italia Marco Ambrosini, per quanto riguarda le finanze della casa da gioco. «La previsione annuale supera del 10-12 per cento quella iniziale». Il casinò era stato riaperto il gennaio scorso dopo essere rimasto chiuso per circa tre anni e mezzo per fallimento e attualmente viene frequentato mediamente da 600-700 persone al giorno. È stato possibile riprendere l’attività grazie a un accordo che pone dei vincoli, principalmente quello di ripagare i creditori, tra cui ex dipendenti e dipendenti. Definisce inoltre altri obiettivi da raggiungere annualmente, questo nel corso di cinque anni, come i ricavi minimi da ottenere. Per il primo si parla di 40 milioni di euro. Il prossimo step è l’udienza del 21 novembre, spiega Ambrosini, in cui il tribunale di Como comunicherà ufficialmente se i creditori sono d’accordo sull’attuazione del concordato, ratificando o meno il piano. In quell’occasione verranno anche definite le varie tempistiche, tra cui quelle per il saldo dei debiti. Anche se solo in maniera ufficiosa, sembrerebbe che tutti siano favorevoli e dunque che il casinò potrà restare aperto. «Il concordato è un contratto che l’azienda fa con un giudice e che ha come scopo quello di soddisfare i creditori», ricorda l’amministratore delegato in occasione della conferenza stampa odierna.
«Se il concordato funziona porta una serie di ulteriori vantaggi, come quello di mettere a disposizione nuovi posti di lavoro», aggiunge Ambrosini. Attualmente sono impiegati 173 dipendenti, ma l’amministratore delegato non è in grado di indicare di quanto, e quando esattamente, questo numero crescerà. Il piano, spiega, si basa su proiezioni e la realtà può essere diversa: «È tutto in divenire. I numeri possono subire delle variazioni in funzione delle esigenze effettive e in quel caso cercheremo di apportare i correttivi necessari. Questo a patto che il giudice delegato e i commissari siano d’accordo sulle soluzioni trovate». Riguardo all’aumento dei prezzi dell’energia «abbiamo già avviato da settimane un piano che ci porterà a contenere gli esborsi».
Nelle scorse settimane il sindaco di Campione d’Italia aveva sollecitato il casinò a migliorare la gestione dell’azienda. «So di aver fatto il meglio che mi è stato possibile. Credo che il sindaco si riferisca a una situazione che è inevitabile e strutturale in una società che ha di fatto nove mesi di vita. Mi stupirei se non ci fossero criticità».
La casa da gioco punta a reinventarsi e a offrire attività ed eventi che possano interessare tutti, non solo i giocatori. «Anche gli spazi commerciali, per quanto possibile, saranno fruibili da tutti. Devono poter vivere di luce propria», afferma l’amministratore delegato. Lo scorso anno, prima che il casinò riaprisse, il bando di concorso per queste aree non aveva ottenuto riscontro. «Si è trattato piuttosto di un sondaggio. È stato fatto in un momento in cui era chiaro che non avrebbe accettato nessuno, in quanto si basava su una promessa», ricorda Ambrosini che indica però che c’è chi ha mostrato interesse per il futuro.
Proporre attività accessibili a tutto il pubblico è anche un modo per promuovere il casinò che, per legge, non può fare pubblicità diretta per il gioco d’azzardo, spiega l’amministratore delegato. Per quest’ultimo, un modo altrettanto importante per attrarre nuovi giocatori resta il passaparola e ricorda che storicamente c’è un’associazione diretta tra il nome dell’enclave e il casinò: «Più si parla di Campione più di fatto si fa una certa promozione al gioco». E la concorrenza con gli altri? Ambrosini sostiene, come già detto in passato, che più casinò ci sono meglio è: «Altre case da gioco hanno avuto un beneficio, non un danno, dalla nostra apertura. Aumentare l’offerta è più producente, le persone vogliono cambiare e in posti dove c’è più scelta ci sono anche più clienti».
I risultati sono buoni, ma le sfide ancora molte, come pure altre novità future. Una di queste è il poker, che attualmente non è disponibile nel casinò. «È certamente un gioco che questa azienda avrà, ma mi assumo la responsabilità di valutare la questione con la calma necessaria», afferma Ambrosini. «Il poker ha una serie di implicazioni complesse. Nel momento in cui debutteremo con esso, saremo certi che la cosa funzioni bene». L’amministratore delegato parla di una tempistica in ordine di mesi e fa notare che anche senza poker «sono stati raggiunti ottimi risultati. Quando ci sarà ci porterà certamente un vantaggio, ma lo faremo quando avremo le certezze di operare in modo corretto».