Alle Correzionali di Lugano i due uomini, già noti alla giustizia, che in aprile hanno agito nella zona del lido. Per entrambi 22 mesi di detenzione
«La vostra è una prognosi infausta. Mi auguro solo che questo sia il vostro ultimo inciampo e che vorrete cambiare le vostre vite». Sono queste le parole utilizzate dal giudice Marco Villa, presidente della corte delle Assise correzionali di Lugano, prima di condannare i due imputati alla sbarra per rispondere di rapina ripetuta, in parte tentata, e ripetuto furto a 22 mesi di detenzione. Alla sbarra sono comparsi un 27enne domiciliato nel Mendrisiotto e un 23enne del Locarnese. Per entrambi, a beneficio dell’assistenza, non si tratta della prima condanna. I fatti che hanno portato al loro arresto risalgono al 17 aprile di quest’anno e sono stati commessi poco dopo la mezzanotte nella zona del lido di Lugano dopo «una serata balorda di entrambi», come detto dal giudice.
Nella notte del 17 aprile – fatti ammessi da entrambi – i due imputati hanno dapprima avvicinato un uomo all’altezza dei cancelli del lido di Lugano, strattonandolo e intimandogli di consegnare loro quanto in suo possesso. La vittima, che aveva lo zaino assicurato frontalmente, è caduta a terra ed è riuscita a divincolarsi e fuggire dopo un secondo tentativo dei due imputati di sfilargli lo zaino. Pochi minuti dopo, in viale Cattaneo, la scena si è ripetuta e i due sono riusciti a sottrarre il portafoglio a un passante, impossessandosi di varie carte e di 50 franchi.
Il 27enne si è reso protagonista anche di due furti di denaro (per un totale di 337 franchi) all’Associazione Frequenze di Chiasso, che stava frequentando, causando danni materiali per 1’228 franchi. Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri e l’avvocato Niccolò Giovanettina sono arrivati in aula con un accordo, poi avallato dalla Corte, di 22 mesi di detenzione e una multa di 500 franchi per le contravvenzioni. «Si è autodenunciato alla polizia visto che c’erano le immagini della videosorveglianza – ha fatto presente il legale –. Un segnale positivo in un contesto di tanta negatività».
Il furto che ha visto protagonista il più giovane degli imputati risale al giugno 2021 a bordo di un treno verso Locarno. Con un altra persona, il 23enne ha sottratto il portafoglio a un passeggero con cui stavano litigando. «Non ricordo praticamente nulla di quella sera – ha spiegato rispondendo alle domande del giudice –. Mi ricordo solo che a un certo punto mi sono trovato il borsellino in mano e di averlo gettato in un tombino». Reato, quest’ultimo contestato dall’avvocato Mattia Guerra, ma che la corte ha riconosciuto per le «circostanze fattuali – ha spiegato Villa –. Ci sono per esempio le dichiarazioni di un amico che dice che l’imputato e l’altra persona gli hanno raccontato di aver sottratto il borsellino». Con una carta trovata nel portafoglio, l’imputato ha acquistato 32 franchi di merendine da un distributore. Il legale ha chiesto una condanna non superiore ai 16 mesi (23 quelli proposti dall’accusa). Per il giovane è stato ordinato un trattamento ambulatoriale, che inizierà a seguire in carcere, per curare i problemi di alcol e droga. La perizia a cui è stato sottoposto ha stabilito la necessità di un trattamento stazionario per combattere le dipendenze. Soluzione che il 23enne ha contestato («non è necessaria e adeguata al mio caso») e che la corte ha deciso di non ordinare «per evitare un fallimento».