Il Municipio insiste con le iniziative rivolte ai giovani: il Progetto Foce diventerà itinerante e partirà il materiale informativo verso le case
Preoccupa l’autorità cittadina e gli specialisti il consumo eccessivo e inappropriato di farmaci e psicofarmaci (spesso mescolato con alcol e altre sostanze) da parte soprattutto dei giovani. Un fenomeno in crescita che esprime il disagio sociale di una fetta della società. Questo è uno dei motivi che hanno indotto il Municipio di Lugano a promuovere nuove iniziative di prevenzione. Intanto, la casetta posta alla foce del fiume, è diventata itinerante. Attivo dallo scorso mese di marzo, lo stand di prevenzione e informazione rivolto ai giovani, denominato progetto Foce, che ha proposto attività e informazioni, ha conseguito un ottimo riscontro e nella zona non ci sono più stati episodi degradanti e di violenza, come nel recente passato. Pertanto, il gruppo di lavoro interdivisionale, del quale fanno parte la Divisione socialità, la Polizia comunale e la Divisione eventi e congressi ha lanciato l’iniziativa "Via vai. Ma se vuoi stai" e l’invio ai giovani e alle loro famiglie di materiale preventivo di approfondimento durante questo mese di ottobre.
Lo stand di prevenzione e informazione sull’uso ricreativo e/o abusivo di farmaci si è proposto come spazio di accoglienza, per coloro che sentono la necessità di dialogo e confronto su un tema sempre più attuale. L’autorità decise di inserirlo nel principale luogo di ritrovo e aggregazione per molti giovani. Nei vari mesi di operatività ha visto un’importante affluenza di persone – più di mille, tra cui anche genitori – che si sono fermate per chiedere informazioni. Ad accoglierle, c’erano giovani formati in ambito sociale che, grazie alla collaborazione instaurata dalla Città con l’associazione Incurf (Insieme Contro l’Uso ricreativo di Farmaci), hanno fornito informazioni legate al consumo di sostanze e ai servizi di aiuto attivi sul territorio. Nelle diverse serate organizzate allo stand, è stata coinvolta anche l’Associazione Radix Svizzera italiana, attiva nella prevenzione delle dipendenze, e il suo servizio Danno.ch, per fornire informazioni sull’uso ricreativo di sostanze psicoattive. «L’importante riscontro ottenuto nei mesi di permanenza alla foce, vista anche l’alta affluenza di giovani durante le aperture di Lugano Marittima, ha portato la Città a estendere il progetto, ancora in una fase sperimentale, ampliandone la portata e rendendolo mobile sul territorio», ha sottolineato il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, titolare del Dicastero cultura. L’iniziativa verrà quindi riproposta nei mesi invernali anche in altri luoghi di Lugano.
"Via Vai. Ma se vuoi stai" sarà l’appellativo del nuovo spazio mobile di prevenzione voluto per essere di sostegno ai giovani, alle loro famiglie e alle persone bisognose di informazioni in ambito di sostanze e, soprattutto, sui servizi del territorio che si occupano di presa a carico e di consulenze più dettagliate. Attualmente, è al vaglio del Gruppo di lavoro il calendario delle presenze dello spazio mobile durante gli eventi cittadini e in altri luoghi di aggregazione giovanile. Come detto, a preoccupare l’autorità è il fenomeno legato all’abuso e all’uso inappropriato di farmaci. Secondo uno studio effettuato a livello nazionale, in Svizzera l’11% della popolazione dai quindici anni (14% per le donne, 7,9% per gli uomini) afferma di aver preso un sonnifero o un tranquillante nel corso degli ultimi dodici mesi. Un uso prolungato (più di 2-4 settimane) comporta un forte rischio di dipendenza. Tra le persone di età superiore ai 45 anni che fanno un uso quotidiano di benzodiazepine, invece, oltre il 90% lo fa per almeno tre mesi. Cifre che inquietano. Tra gli adolescenti, il consumo di alcol o canapa è abbastanza diffuso. Stando alle statistiche riportate nell’opuscolo che la Città invierà alle famiglie, all’età di quindici anni il 70% dei giovani ha già provato l’alcol, mentre il 27% dei ragazzi e il 17% delle ragazze hanno già fumato canapa. Il consumo improprio di farmaci sembrerebbe meno frequente: a quindici anni, il 4,5% dei ragazzi e il 4,1% delle ragazze affermano di avere già assunto medicinali con l’intenzione di sentirne gli effetti psicoattivi (o "per drogarsi"). Tra i maschi la percentuale è in aumento.
«Il settore comunale delle politiche giovanili offre servizi di sostegno, accompagnamento e animazione che rappresentano un’importante antenna territoriale sui fenomeni sociali che coinvolgono i giovani – aggiunge il municipale di Lugano Lorenzo Quadri, Capodicastero Formazione, sostegno e socialità, che ha parlato del progetto che rientra nell’ambito della richiesta di certificazione inviata all’Unicef di ‘Città amica dei bambini’ –. Oltre a rispondere alle loro necessità, questi servizi svolgono anche un ruolo preventivo e di promozione della salute a favore della popolazione giovanile». Del settore politiche giovanili, fa parte il Servizio di prossimità. I suoi operatori, mediante una presenza costante nei luoghi di aggregazione dei giovani, hanno l’opportunità di osservarne i comportamenti ricreativi e monitorare i consumi a essi legati. Conoscere e "saper leggere" le nuove tendenze comportamentali è parte integrante del loro lavoro. L’uso a scopi ricreativi di psicofarmaci è, purtroppo, una tendenza emersa negli ultimi anni e desta preoccupazione tra i servizi che lavorano a stretto contatto con i giovani.
La Città ha accolto questa preoccupazione e, con Incurf, ha sviluppato un volantino informativo pensato per i giovani. Nelle prossime settimane, le ragazze e i ragazzi di Lugano nati tra il 2004 e il 2008 lo riceveranno a casa, con una lettera indirizzata sia a loro sia ai loro genitori e un opuscolo di approfondimento pensato per le famiglie. «Queste iniziative hanno permesso di sviluppare maggiori connessioni tra i servizi dell’Amministrazione comunale e di rafforzare le collaborazioni con enti esterni. Le misure di prevenzione sono anche importanti misure di sicurezza, sia personale sia sociale – conclude Karin Valenzano Rossi, Capodicastero Sicurezza e spazi urbani –. Promuoverle direttamente nei luoghi di aggregazione non rappresenta solamente una modalità di lavoro, quale prossimità con la cittadinanza, ma anche un’occasione di dialogo e di relazione all’interno del tessuto urbano».