Luganese

Bissone, il Comune vince la causa civile per il Lido

La sentenza della Pretura di Lugano condanna la società, a cui vennero affidati i lavori di ristrutturazione, a risarcire l’ente locale di 553’000 franchi

Il lido di Bissone in un’immagine di qualche anno fa
29 settembre 2022
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La parola fine (forse) alla vertenza avviata dal Comune di Bissone contro Acquaplan Sa è stata scritta nei giorni scorsi dalla giudice della Pretura di Lugano Franca Galfetti Soldini, che ha pronunciato una sentenza favorevole al Municipio. In concreto, la società è stata condannata a versare all’ente locale 553’000 franchi, oltre agli interessi del 5% a partire dal 1° giugno 2011, perché è stata riconosciuta responsabile di aver effettuato lavori difettosi e non conformi a quanto pattuito al Lido comunale. Interventi realizzati in violazione delle regole d’arte, gonfiando pure alcune fatturazioni. Acquaplan può tuttavia contestare la sentenza, presentando ricorso al Tribunale d’appello.

Quasi due milioni votati nel 2007

La causa civile era stata chiesta dal Consiglio comunale nel dicembre 2016, per fare luce sulla validità dei lavori e sui costi fatturati dalla società al Comune, ritenuti eccessivi e ingiustificati. Una causa civile per la quale sono state esperite ben tre perizie, dopo il parere già espresso da due periti convocati dalle rispettive parti, e il chiaro intento di fare chiarezza sulla natura dei lavori di ristrutturazione della struttura balneare. In merito al terzo parere ‘super partes’ ordinato dalla Pretura, avevamo riferito nel marzo dello scorso anno, il nuovo perito aveva messo in evidenza numerose inadempienze nelle quali sarebbe incorsa la società incaricata dell’opera, per la quale il Consiglio comunale, nel 2007, aveva stanziato un credito di poco meno di due milioni di franchi. Un credito destinato al rifacimento delle vasche, dell’impianto di filtrazione, alla manutenzione straordinaria di attrezzature e altre migliorie.

Pavimentazione non conforme ai patti

La più clamorosa inadempienza segnalata nella nuova perizia riguarda il rifacimento della pavimentazione attorno alle tre piscine – grande, piccola e quella riservata ai bambini – in Tartan (miscela di caucciù e di resine sintetiche, nella quale sono compressi trucioli di gomma), che il perito incaricato definisce "non eseguita a regola d’arte". L’opera fornita da Acquaplan, secondo il perito, non corrisponde a quanto offerto: è stata posata una pavimentazione monostrato, mentre l’offerta ne prevedeva una a due strati. Ma soprattutto, prima della posa del nuovo manto, non è stato eseguito adeguatamente il lavoro di preparazione del sottofondo. Da qui, emerge una sostanziale e non trascurabile divergenza di fatturazione, nonché un danno accertato nei confronti dell’ente pubblico per alcune decine di migliaia di franchi.

Una lunga storia quantomai tormentata

Come detto, l’urgenza di sistemare la struttura balneare emerse 15 anni fa. I lavori vennero ritardati a causa di controversie di natura giudiziaria, anche a causa dell’assegnazione dell’appalto, che dilatarono i tempi di realizzazione. Come venne alla luce in seguito, l’aggiudicazione dei lavori da parte dall’allora compagine municipale guidata dall’ex sindaco Ludwig Grosa (Nuova Bissone), venne giudicata irregolare. Nel marzo 2011, l’esecutivo in carica affidò la commessa al consorzio Acquamauchle (che includeva Acquaplan) e il contratto tra le parti venne firmato qualche mese dopo. Entrambe le parti erano a conoscenza della nullità e illiceità dell’accordo sottoscritto nel marzo 2011. Malgrado ciò, proseguirono i lavori ancora da eseguire, sebbene non supportati da delibere valide.

Primi difetti e primo precetto esecutivo

I primi difetti nell’esecuzione dei lavori vennero a galla lo stesso anno, ma il Lido riaprì comunque nel giugno del 2011. Risale invece all’anno successivo l’apertura di un’inchiesta penale per presunte irregolarità commesse nell’ambito dl risanamento del Lido a carico di Grosa. Un’inchiesta che venne conclusa con un decreto di abbandono tre anni dopo. Nel 2013, il nuovo Municipio trasmise ad Acquaplan una notifica di difetti inerenti ai lavori deliberati sulla base dl capitolato d’appalto del febbraio 2008. Dopodiché, forte del riscontro della prima perizia, l’autorità politica di Bissone spiccò nel dicembre 2015 un precetto esecutivo nei confronti di Acquaplan per la somma di 800’000 franchi.

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