Alla sbarra due uomini legati al buco di circa 25 milioni di euro nell’ambito immobiliare. Emesse due condanne sospese
Sono legati al buco di circa 25 milioni di euro nell’ambito immobiliare, che ha portato alla condanna dei vertici della M&A di Lugano, i due imputati comparsi oggi davanti alla Corte delle Assise correzionali di Lugano. Due procedimenti distinti, entrambi con procedura di rito abbreviato, che hanno portato ad altre due condanne. Un 64enne cittadino italiano, oggi residente nel Mendrisiotto, è stato condannato a 24 mesi sospesi per un periodo di prova di 2 anni per ripetuta appropriazione indebita, in parziale complicità e cattiva gestione. Nel 2019, pur sapendo dell’assenza di tesoreria delle società svizzere ed estere facenti capo all’amministratore, lo ha aiutato a impiegare indebitamente oltre 582mila euro. Il secondo imputato, un 59nne del Luganese, ha invece ricevuto una condanna a 11 mesi di detenzione, sospesi per un periodo di prova di due anni, per appropriazione indebita in complicità. Nel marzo 2019, tramite sottoscrizione da parte di un cliente, ha raccolto 500mila euro, sapendo che 350mila sarebbero confluiti per scopi estranei agli investimenti immobiliari. Entrambi hanno ammesso i fatti. La giudice Francesca Verda Chiocchetti ha confermato le proposte di pena formulate negli atti d’accusa della procuratrice pubblica Chiara Borelli. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Demetra Giovanettina e Goran Mazzucchelli.