Luganese

Lugano, 10 mesi sospesi per appropriazione indebita

Un 43enne, attivo nel settore immobiliare, avrebbe convinto i clienti a versargli indebitamente oltre 166mila franchi

L’uomo non sarà espulso dalla Svizzera
(Ti-Press)
2 marzo 2023
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È stato condannato a dieci mesi di reclusione sospesi per tre anni l’uomo presentatosi oggi davanti alle Assise correzionali di Lugano, presiedute da Francesca Verda Chiocchetti, per essersi appropriato indebitamente del denaro destinato alla società immobiliare per cui lavorava. L’accusa è dunque di appropriazione indebita ripetuta e falsificazione di documenti. L’imputato sarà tenuto inoltre a restituire parte dei soldi illecitamente ottenuti al proprio ex datore di lavoro, ammontante a oltre 66mila franchi.

L’imputato, un cittadino italiano di 43 anni difeso d’ufficio dall’avvocato Demetra Giovanettina, tramite vari sotterfugi, avrebbe spinto i clienti dell’immobiliare a farsi versare diverse migliaia di franchi, arrivando ad appropriarsi di oltre 166mila franchi. Prima del procedimento il procuratore pubblico Daniele Galliano e la difesa hanno annunciato un accordo tra le parti chiedendo una pena di dieci mesi sospesi, poi ritenuta adeguata dalla Corte, ma sollevando le obiezioni dell’accusa privata.

Si è infatti definito deluso l’avvocato Rocco Talleri, rappresentante dell’ex datore di lavoro dell’imputato costituitosi accusatore privato, che ha definito il trattamento del pp come «con il guanto di velluto» dal momento che l’imputato «non ha dimostrato segni di pentimento e alla domanda se lo rifarebbe ancora (il 43enne continua a lavorare nel settore immobiliare, ndr) ha risposto di no semplicemente perché ora ha un’entrata fissa e non perché considera quanto commesso come un atto sbagliato».