Preavviso negativo sulla mozione che chiede l’istituzione di un ente per appartamenti a pigione moderata: ‘Ci sarebbero troppi vincoli’
È chiusa, o quasi, la porta del Municipio di Lugano riguardo alla creazione di un ente autonomo per la gestione degli alloggi a pigione moderata. A dircelo è la capodicastero Immobili della Città, Cristina Zanini Barzaghi, interpellata sull’esito dell’incontro con i capigruppo avvenuto mercoledì su questo tema. Un incontro nato su richiesta dell’esecutivo stesso, dopo che dalla Commissione che sta lavorando sul tema sono giunte ulteriori richieste di chiarimenti. «La mozione fa una proposta rigida, che se implementata, viste le leggi esistenti da noi, non potrebbe essere molto efficace».
La mozione in questione è stata presentata ormai più di tre anni fa e proviene dalla stessa area politica della municipale (primi firmatari: Raoul Ghisletta, Ps, e Nicola Schönenberger, Verdi). Chiede sostanzialmente di costituire l’Ela: l’Ente Lugano abitazioni accessibili, una concretizzazione del controprogetto all’iniziativa popolare del 2012 ‘Per abitazioni accessibili a tutti’. L’Ela dovrebbe avere un capitale di 10 milioni di franchi, soldi già stanziati dal Consiglio comunale nel 2015 "per avviare una politica concreta di accrescimento delle abitazioni a prezzi accessibili a Lugano a favore dei ceti medio-bassi della popolazione". Nelle intenzioni dell’atto parlamentare, all’ente autonomo di diritto comunale dovrebbe inoltre andare anche la gestione dei circa 300 alloggi di proprietà della Città.
«In Ticino, a differenza della Svizzera interna dove questi enti autonomi hanno preso piede, c’è la Legge sulle commesse pubbliche che è molto vincolante. Un ente autonomo per l’alloggio non potrebbe attivarsi con flessibilità nel mercato immobiliare come un privato. I vincoli da rispettare come ente parapubblico impediscono di procedere celermente con delle compravendite. Oltralpe esistono ad esempio delle fondazioni con altri meccanismi legislativi che funzionano in modo più semplice». In altre parole, spiega Zanini Barzaghi, visto il contesto locale, avere o non avere un ente cambierebbe poco. «La Città può fare direttamente lei stessa la promozione di alloggi a pigione moderata».
E quindi la Città che dovrebbe fare? «Ritengo che si possa fare di più anche senza un ente specifico. Basterebbe incentivare la costituzione di cooperative partecipandovi direttamente, oppure costituire una società mista analoga ad Alloggi Ticino Sa. Queste soluzioni avrebbero il beneficio di potersi muovere sul mercato immobiliare in modo più agile». Il preavviso quindi è negativo e la palla torna al Cc. Intanto i 10 milioni già votati non sono ancora stati destinati ad azioni concrete e si levano regolarmente critiche all’indirizzo dell’esecutivo e della municipale socialista in particolar modo, di immobilismo sull’argomento. «In realtà qualcosa è già stato fatto. Abbiamo stanziato un credito quadro di quasi 11 milioni per rinnovare i nostri alloggi esistenti, di modo da non alzare gli affitti. Ma per quanto riguarda i ‘veri’ 10 milioni, ci sono per il momento solo indicazioni su comparti favorevoli dove costruire. La situazione del mercato è nel frattempo cambiata: lo sfitto è aumentato e costruire a nuovo non è prioritario».
Ma questo vale anche per gli appartamenti a basso affitto? «Esistono sul mercato appartamenti a pigione moderata, prevalentemente vetusti. Fra qualche mese avremo i primi risultati di uno studio del nuovo centro di competenza sull’alloggio della Supsi che incrocia i dati sociali con quelli immobiliari. Perché bisogna considerare che il problema degli affitti è direttamente correlato con i salari troppo bassi: le pigioni che altrove sono considerate corrette, da noi sono spesso ritenute troppo alte». La capodicastero ricorda anche che la Città in questi anni ha realizzato pure il regolamento per l’attribuzione degli alloggi a pigione moderata, e poi l’anno scorso è stata creata la cooperativa Lambertenghi che ha ricevuto un diritto di superficie e ora sta preparando il concorso d’architettura. «Oggi il vero tema è: qual è la miglior promozione dell’alloggio?».
Che cosa intende? «È una tema difficile perché non tocca solo l’edilizia: bisogna accordarsi con tanti servizi comunali. E poi, su questo dossier, le idee divergono. La mia area, e anch’io, crede che si debba fare una politica fondiaria più attiva, mentre la maggioranza pensa che il mercato possa autoregolarsi. Constato però che dal nuovo Piano direttore emerge la necessità di un maggiore dinamismo in quest’ambito, ad esempio con più collaborazione fra pubblico e privato». Quindi? «Quindi ci sono due dossier sui quali si può già lavorare: gli stabili di via della Posta, che con lo spostamento dell’amministrazione comunale a Cornaredo diventeranno abitabili, e poi la terza tappa del Polo sportivo e degli eventi. Per quanto riguarda il primo, si potrebbe già costituire una cooperativa e promuovere una progettazione partecipata. Per il secondo, vi è da realizzare l’emendamento che chiede la creazione di alloggi a pigione moderata in via Trevano: almeno una delle palazzine dovrà offrire alloggi convenienti. Con la variante di Piano regolatore appena approvata potremo iniziare delle trattative con l’investitore».