Luganese

I familiari le principali vittime del parroco di Cadro

Ammontano ad alcune centinaia di migliaia di franchi le appropriazioni indebite compiute dal sacerdote, che ha consegnato Pc e telefonino al magistrato

Doccia fredda per la comunità di Cadro
(Ti-Press)
23 novembre 2021
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Si sta delineando il quadro dei reati patrimoniali compiuti e per i quali si è autodenunciato al Ministero pubblico venerdì pomeriggio scorso il parroco di Cadro e Davesco, don Samuele Tamagni. Complessivamente le appropriazioni indebite ammontano ad alcune centinaia di migliaia di franchi e sono state perpetrate dal sacerdote principalmente ai danni dei propri familiari. In misura invece minore – nell’ordine di migliaia di franchi, soprattutto prelevando indebitamente dalla cassa in contanti – il prete quarantenne ha rubato soldi alla parrocchia di Cadro. Esigua risulta inoltre l’entità delle somme sottratte alla Fondazione Tamagni, presieduta dal fratello del sacerdote, Maurizio, fondazione attiva contro la violenza giovanile nata nel 2008 in memoria del figlio Damiano, rispettivamente nipote del parroco, ucciso dopo un pestaggio avvenuto durante il Carnevale di Locarno.

Con la valigetta dal procuratore pubblico

Don Samuele Tamagni avrebbe, come si dice, vuotato completamente il sacco, afflitto da un peso sulla coscienza dal quale non riusciva a liberarsi da circa tre anni. Tanto sono durate le truffe e le appropriazioni indebite messe a segno dal presbitero diocesano. Così, venerdì pomeriggio, dopo essersi consultato con il suo legale, l’avvocato Luigi Mattei, il quarantenne, vicepresidente del Consiglio parrocchiale di Cadro, si è presentato spontaneamente dal procuratore pubblico Daniele Galliano, accompagnato dal suo patrocinatore, con una valigetta contenente documenti e il suo personal computer che ha consegnato al magistrato, unitamente al telefonino smartphone. Insomma, un atto di piena collaborazione con gli inquirenti cui ora spetterà il delicato compito di riscontrare l’oggettività di quanto raccontato e prodotto dall’indagato. Tra i reati anche quello di riciclaggio, che potrebbe essersi prefigurato con versamenti all’estero di patrimoni sottratti appunto alle sue vittime.

Un’amicizia sconveniente

Intanto, in mattinata, la giudice dei provvedimenti coercitivi Ursula Züblin ha convalidato l’arresto del sacerdote. Non solo. La misura restrittiva è stata disposta anche per l’amico del parroco, un cittadino italiano di 27 anni, trasferitosi in Ticino dalla Campania alcuni anni fa, e che avrebbe indotto il presbitero diocesano a consegnargli le ingenti somme attraverso ripetute richieste. Un’amicizia rivelatasi per il sacerdote decisamente sconveniente. E proprio il ruolo ricoperto dal giovane nell’ambito dei reati patrimoniali dovrà essere delineato dal procuratore pubblico Galliano, titolare dell’inchiesta penale. Anche il 27enne è accusato degli stessi reati che hanno portato in carcere entrambi: truffa, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.

La notizia dell’arresto di don Samuele Tamagni, un insospettabile, definito dalla comunità di Cadro e Davesco-Soragno un parroco molto attivo e propositivo, soprattutto per le colonie di successo istituite negli ultimi anni, ha rappresentato una doccia fredda. Intanto, da noi interpellati, i vertici del Consiglio parrocchiale ci hanno spiegato di non poter rilasciare nessuna dichiarazione sulla vicenda, fintanto che l’inchiesta penale non sarà conclusa. Ma intanto le attività della comunità saranno garantite. Comprese le messe di domenica prossima, che saranno affidate a un parroco sostituto che la Curia sta per designare.

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