Intascava i rimborsi delle imposte e dell’Avs, sottratti 164mila franchi alla fiduciaria dove lavorava
Bei vestiti, vacanze, serate al casinò. Per fare la bella vita anche 6mila franchi al mese non possono bastare: così è finita nei guai una 39enne bosniaca residente in Ticino, una ex contabile dalle mani lunghe. È stata condannata a 15 mesi sospesi con la condizionale – 4 anni il periodo di prova – per aver sottratto 164mila franchi alla fiduciaria di Lugano dove lavorava.
I fatti si sono svolti su un arco di quattro anni, e sono stati confermati dalla donna, che si è presentata a processo da rea confessa. La ex contabile intercettava gli assegni postali emessi da diversi uffici statali per restituire acconti versati in eccedenza dalla fiduciaria, per conto di suoi clienti, per il pagamento di imposte federali, cantonali e comunali, nonché dei contributi Avs. In totale sono state 50 le ‘operazioni’ di questo tipo svolte dalla donna, che poi copriva le malefatte compilando falsi avvisi bancari di accredito. In pratica faceva figurare l’arrivo dei soldi sul conto di questa fiduciaria presso la Banca dello Stato. Tutto veniva poi inserito nella contabilità societaria, quali giustificativi delle registrazioni contabili effettuate per nascondere le malversazioni. La cosa è andata avanti dal 2013 al 2017, quando la 39enne è stata scoperta. Ad appesantire il quadro, un paio di elementi: la donna iniziò a rubare non appena ne ebbe tecnicamente la possibilità, e non risultavano motivi di reale necessità dietro questo suo agire. Ripetuta appropriazione indebita e falsità in documenti i reati riconosciuti, con la pena concordata alle Assise correzionali fra accusa e difesa (il procuratore pubblico Andrea Maria Balerna e l’avvocato difensore Andrea Rigamonti) e omologata dal giudice Marco Villa.
E il maltolto? La fiduciaria ha avviato una causa di risarcimento in sede civile, ma la 39enne, che oggi lavora a tempo parziale, risulta in stato di carenza beni.