Luganese

Manno, bocciato il progetto per l’ex osteria Bellavista

Referendum accolto dal 57% dei votanti (338 contro 243). Il sindaco Giorgio Rossi non ne fa un dramma, mentre Fabio Sirchia si dice sorpreso favorevolmente

Il sedime che ospita l'ex osteria Bellavista resta com'è
(Ti-Press)
26 settembre 2021
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Non si deve far nulla al sedime che ospita l’ex osteria Bellavista di Manno. Così ha deciso la maggioranza della popolazione accogliendo il referendum contro il credito di realizzazione di 4,750 milioni di franchi per concretizzare il progetto. Il risultato è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni: 338 cittadini (il 57% dei votanti) hanno votato il referendum, mentre solo 243 (il 43%) ha sostenuto l’intervento proposto dal Municipio. Nella maggioranza hanno dunque fatto breccia le argomentazioni dei referendisti, nonostante il fatto che il credito sia stato approvato dal Consiglio comunale (16 voti favorevoli, 6 voti contrari) nella seduta del 21 dicembre 2020. Il progetto prevedeva una piazza esterna, una sala multiuso, un centro di socializzazione/preasilo con giardino esterno, la cucina, la biblioteca Portaperta, una sala riunioni e un locale deposito a disposizione delle associazioni, una cantina per lo stoccaggio del vino prodotto dai vigneti comunali, poi locali tecnici.

‘Non è una priorità: ne prendiamo atto’

Dal profilo finanziario, il progetto non avrebbe scombussolato l’erario comunale a parere del Municipio, secondo cui l’opera non avrebbe causato “un aumento del moltiplicatore d’imposta (ora al 65%) a Manno”, si leggeva nel volantino pro centro polifunzionale. Un primo commento lo chiediamo al sindaco Giorgio Rossi che non si scompone più di tanto dal risultato emerso dalle urne: «Ho sempre sostenuto che sui temi finanziari è giusto che siano i cittadini a decidere. Noi come Municipio avevamo dato seguito all’idea perché inizialmente aveva raccolto il favore di tutti i gruppi politici nei volantini elettorali del 2016. Siamo giunti alla proposta votata dal Consiglio comunale anche sulla scorta di un sondaggio tra la popolazione e la risposta era stata a sostegno della sistemazione del Bellavista. Oggi è stato deciso che il progetto va abbandonato, noi ne prendiamo atto, non ne facciamo un dramma. Abbiamo voluto dare una risposta positiva ai numerosi cittadini che hanno richiesto un luogo d’incontro per i giovani e per gli anziani, con un asilo nido, ma i cittadini oggi ci hanno detto chiaramente che questa non è una priorità». Ora però il sedime resta così com’è... «Faremo le nostre valutazioni, ma probabilmente, per i prossimi anni, non faremo più nulla», commenta Rossi.

‘Le nostre riflessioni hanno fatto breccia’

Dal canto suo, Fabio Sirchia, consigliere comunale Plr e primo firmatario del referendum, si dice «sorpreso favorevolmente dall’esito del voto. Significa che le nostre riflessioni hanno ottenuto un buon riscontro nella popolazione». Ora cosa si aspetta dal Municipio? «Il risultato ha mostrato che il progetto non è considerato prioritario – risponde il consigliere comunale Plr –. Ritengo siano più urgenti altre opere. Rispetto a cinque anni fa quando anche noi ritenevamo l’opera prioritaria, negli ultimi tempi le circostanze sono mutate parecchio. Ora, attendiamo che ci venga presentato il Piano finanziario». La maggioranza della popolazione ha sposato la tesi dei referendisti, secondo cui il progetto proposto avrebbe comportato costi eccessivi in una situazione di grande incertezza finanziaria. Nel volantino dei referendisti, si poteva leggere che “iI consuntivo 2020 del Comune ha chiuso in positivo solo grazie a ricavi fiscali straordinari relativi agli anni passati che con ogni probabilità non si ripeteranno negli anni a venire, in quanto alcune aziende importanti che hanno contribuito a generarli nel frattempo si sono trasferite“. Fra le opere da realizzare al più presto, venivano citate la sistemazione del comparto ex Nyl-Ti, un capitolo della storia industriale del comune, la sistemazione urbana connessa alla realizzazione del progetto tram-treno verso Lugano e il risanamento energetico del centro comunale e delle scuole elementari”.

L’ex osteria Bellavista, come detto, è dunque destinata a restare così com’è ancora per diversi anni. Eppure, della riqualifica del comparto, acquistato dal Comune da privati residenti nel paese nel 2010, si parla ormai da diverso tempo. Tanto che c’era stata già un’altra idea non andata in porto: l’opzione di costruire assieme alla Fondazione Diamante. Negli ultimi anni, l’autorità comunale aveva pertanto coinvolto la popolazione, tramite un sondaggio, in cui la grande maggioranza delle risposte era stata a favore di una riqualifica, però basata sulla vaghezza della proposta sulla scarsa partecipazione popolare, fanno notare i referendisti (solo il 38% aveva risposto al questionario). Malgrado l’esito del voto, il Municipio si dice tranquillo, siccome aveva coinvolto pure i gruppi politici e le associazioni attraverso una commissione ad hoc.