Su ordine del Ministero pubblico, gli addetti ai lavori stanno prelevando altri campioni fra le macerie per verificare la presenza di sostanze nocive
La scena e all'arrivo di un escavatore alle macerie dell'ex Macello di Lugano, demolito nella notte tra il 29 e il 30 maggio, ha spaventato un residente del quartiere. «Cosa sta succedendo ancora?», ci ha chiesto. La risposta chiarisce ogni dubbio. Gli addetti ai lavori sono stati chiamati per effettuare ulteriori prelievi in profondità fra i resti dello stabile abbattuto. Prelievi ordinati dal Ministero pubblico che nei giorni scorsi aveva già comunicato l'esito dei primi accertamenti effettuati in superficie dell'area sequestrata, che hanno confermato la presenza puntuale di alcuni materiali contenenti amianto e idrocarburi policiclici aromatici (Pah) in singoli oggetti che non sono presenti in quantitativi importanti rispetto alla massa delle macerie e dei rifiuti. I nuovi prelievi dovranno confermare o smentire la presenza di amianto e di altre sostanze potenzialmente pericolose. Come noto, l'inchiesta cercherà di stabilire se vi sia stata una concreta messa in pericolo dell'integrità delle persone e dell'ambiente al momento dell'abbattimento dell'edificio.