La sezione aderisce alla manifestazione di sabato, mentre a cinque giorni dai fatti si esprime anche il Ppd, che invita al dialogo e alla chiarezza
“Portare alla luce la fondamentale necessità di uno scambio democratico e paritario in favore di ogni forma di cultura e di organizzazione sociale”. Questo, secondo la sezione luganese del Partito socialista (Ps) di Lugano, lo scopo della manifestazione indetta sabato pomeriggio a Lugano, a seguito dello sgombero e della demolizione del Centro sociale autogestito (Csoa) Il Molino. Corteo al quale il Ps cittadino invita ufficialmente ad aderire pacificamente, esortando “tutti i partecipanti a collaborare per mantenere un'atmosfera non violenta”. “Pur distanziandosi nettamente da ogni forma di violenza e prevaricazione – si legge nella nota –, che non può essere né accettata né tollerata in un contesto democratico, esprime (il Ps di Lugano, ndr) pieno sostegno alle proteste organizzate dallo Csoa contro la decisione illecita e scellerata del sindaco e i quattro municipali di demolire nottetempo, senza consultazione alcuna, senza permessi e senza ragioni concrete un edificio pubblico”.
E a cinque giorni dai fatti, unica grande forza politica a non averlo ancora fatto, prende posizione anche la sezione cittadina del Partito popolare democratico (Ppd). “Il Ppd si è sempre opposto a ogni tipo di violenza fisica e simbolica, perché siamo abituati a costruire ponti mediando fra posizioni anche molto distanti – si legge –. Crediamo fermamente nel nostro ordinamento democratico che esige da tutti il rispetto della legge e che prevede che l'autorità politica abbia il controllo su quella di polizia” si aggiunge, invitando a tal proposito a “fare al più presto chiarezza sui fatti e sulle responsabilità”. Auspicando un'inchiesta celere del Ministero pubblico, il Ppd invita poi a “lavorare per risolvere un problema che è cantonale e non solo luganese”. Tornare al dialogo quindi, perché la necessità è “trovare in tempi rapidi un nuovo spazio, adeguato e duraturo, nel quale possa esistere e si possa esprimere una forma di aggregazione non tradizionale quale l'autogestione, sulla base di una nuova convenzione vincolante che assicuri pacifica convivenza e rispetto reciproco per le persone e per le idee”.