Dopo l'assemblea pubblica, il corteo ha toccato vari punti delle città. La Lega reagisce, dicendosi 'sconcertata'
Terminata l'assemblea pubblica in piazza Manzoni, i manifestanti si sono recati in corteo sotto casa del sindaco di Lugano Marco Borradori. Ad attenderli hanno trovato un dispositivo di Polizia in tenuta antisommossa.
Dopo avere intonato canti e slogan – come ‘Marco stiamo arrivando’ e ‘il Molino non si tocca’ –, la manifestazione si è spostata sul lungolago, bloccando il traffico. Il corteo si sta ora trasferendo verso i ruderi dell'ex Macello, demolito nella notte tra sabato e domenica. Giunti sul posto, i manifestanti hanno abbattuto le transenne posizionate a protezione dell'area. Un gesto simbolico che, intono alle 23.45, ha di fatto messo fine alla serata di protesta.
E stamane la Lega dei ticinesi di Lugano, in un comunicato stampa, reagisce, dicendosi "sconcertata da quanto sta accadendo in queste ore, gli scenari che si stanno palesando non possono venire accettati ne tollerati e non rappresentano la cittadinanza luganese. Solidarietà al nostro sindaco, Marco Borradori, che nel tentativo di far rispettare l’ordine e la sicurezza nella nostra città, si ritrova ora ostaggio in casa propria". Prosegue la nota stampa: "Il crescendo di violenza é stato fomentato dalla sinistra, dai verdi e da MPS che anziché condannare con fermezza l’illegalità dell’agire dei Molinari, ancora oggi in Parlamento hanno avuto il coraggio di supportarli. La Lega ribadisce la massima solidarietà al proprio Sindaco nella speranza che l’attuale escalation di violenza cessi immediatamente e senza conseguenze".