La candidata Ppd-Generazione giovani all'esecutivo e il municipale leghista uscente parlano di questioni determinanti nella prossima legislatura
La campagna elettorale in vista delle elezioni comunali del 18 aprile è stata dominata dal tema Polo sportivo e degli eventi che ha messo in secondo piano questioni altrettanto determinanti per il futuro della città locomotiva del Cantone. In primis, quello del lavoro che, dopo un anno di crisi sanitaria, nella prossima legislatura rischia di assumere un rilievo mai avuto nel recente passato. Ce ne parlano Nadia Ghisolfi, candidata al Municipio per la lista Ppd-Generazioni giovani e il municipale leghista uscente Lorenzo Quadri.
La lunga legislatura volge al termine, Municipio di Lugano bocciato o promosso?
Ghisolfi: Tra il risanamento delle casse comunali e la pandemia non è stata una legislatura facile e i margini di manovra erano limitati. Sicuramente c'è stato il coraggio d'introdurre la tassa sul sacco, una svolta epocale e inimmaginabile fino a qualche anno fa in una delle roccaforti leghiste. C'è anche da dire che diverse questioni spinose sono rimaste irrisolte, su tutte il destino dell'aeroporto. Dall'esterno l'impressione è che, quando il Municipio ha lavorato compatto, è riuscito a ottenere risultati tangibili. Ma non è riuscito a trovare i giusti compromessi di fronte alle divergenze, causando qualche intoppo di troppo. Tuttavia darei una sufficienza d'incoraggiamento.
Quadri: Al di là del fatto che ne sono membro, ritengo che oggettivamente il Municipio vada promosso. Si è trovato a gestire situazioni e dossier non facili, e resi ancora più difficili da una certa opposizione politica per partito preso: ossia perché la maggioranza municipale non è “del colore giusto”. In più c’è stato pure l’ultimo anno pandemico, che – per citare i settori per cui sono direttamente competente - ha messo duramente alla prova le case anziani, il settore sociale e la scuola.
Da alcuni anni in città diminuiscono gli abitanti e aumenta lo sfitto, come si può rimediare?
Quadri: Il problema della perdita di popolazione non è specifico di Lugano ma è cantonale. È legato al degrado del mercato del lavoro ticinese provocato dalla libera circolazione delle persone. In più, scelte autolesioniste compiute a Berna dalla maggioranza Plr-Ppd-Ps-Verdi, che hanno deciso il frettoloso smantellamento del segreto bancario, hanno colpito duramente la piazza finanziaria luganese. La conseguente perdita massiccia di impieghi, oltre che di gettito fiscale, ha comportato ovvie ricadute negative anche sulla componente demografica. Cionondimeno, Lugano è una città dove si vive bene e dove l’offerta ai cittadini è ampia: penso ad esempio alla presenza capillare dei servizi extrascolastici a sostegno delle giovani famiglie e di una socialità ben organizzata. Lugano deve quindi attirare nuovi cittadini e attività economiche con servizi di qualità, burocrazia snella e orientata alle esigenze del cittadino, moltiplicatore d’imposta attrattivo, sicurezza, offerte allettanti per lo sport e il tempo libero e cura del territorio.
Ghisolfi: Trovo che per prima cosa sia necessaria un'analisi dei motivi di questo fenomeno, se si tratta di una mancanza di servizi adeguati o semplicemente i problemi sono meramente economici e legati ai costi dell’alloggio. Solo a quel punto si potrà capire quali possano essere i rimedi puntuali per arginare le partenze. Qualsiasi sia il motivo, ritengo comunque che la città possa e debba puntare e fare molto di più per i progetti di abitazioni intergenerazionali e strutture a pigione moderata. In questo senso, l'avvio del progetto di Via Lambertenghi è un primo, importante, passo. Ma non può essere l'unico.
Fra crisi legata alla pandemia e segnali di disagio, quali strumenti per dare prospettive di lavoro e un futuro a giovani e over 50?
Ghisolfi: Da sindacalista conosco purtroppo fin troppo bene questa problematica; siamo confrontati giornalmente con situazioni molto difficili, che mi stanno preoccupando non poco. Il mercato del lavoro stava già cambiando velocemente, l'avvento della pandemia ha dato un'ulteriore sterzata che ha spiazzato molte persone. Proprio per questo trovo fondamentale insistere per allungare le indennità di disoccupazione, puntando nel frattempo su riqualifiche e formazione. Inoltre il Municipio dovrebbe trovare un modo per incentivare le assunzioni degli over 50, magari facendosi carico almeno in parte degli oneri sociali.
Quadri: La priorità numero uno della prossima legislatura deve essere la promozione dell’occupazione dei residenti. Occorre puntare su misure durature nel tempo e articolate in numerosi interventi seguendo tre assi: accompagnamento, formazione e collocamento. Servono diversi modelli di aiuto oltre che partenariati tra ente pubblico, privati e associazioni. Nell’ambito dell’occupazione, un Comune deve proporre interventi che siano complementari a quelli cantonali e federali, per creare davvero un valore aggiunto per il cittadino. Lugano già dispone di una serie di strumenti (penso in particolare a LuganoNetwork e allo Spazio lavoro) che vanno ulteriormente sviluppati. Anche gli investimenti anticiclici, quali il Pse, permettono di creare indotto e posti di lavoro per i residenti. L’amministrazione cittadina dovrà, dal canto suo, compiere maggiori sforzi nella formazione di apprendisti e nella messa a disposizione di posti Aup (attività di lavori di utilità pubblica), con l’obiettivo di reinserire nel mondo del lavoro il maggior numero possibile di luganesi.
Preoccupa il referendum sul Polo sportivo e degli eventi?
Ghisolfi: Mi preoccuperebbe di più vivere in un paese dove la popolazione non ha il diritto di votare su certi temi. Detto questo, sono una sostenitrice del Polo sportivo e degli eventi e sono convinta che sia così anche per la maggioranza dei luganesi, che sa quanto sia fondamentale avviare questo progetto, che aiuterà non solo le società sportive, Fc Lugano in primis, ma gli abitanti di un intero quartiere, che merita di essere valorizzato.
Quadri: Personalmente sostengo l’introduzione del referendum finanziario obbligatorio a livello cantonale. Le decisioni popolari non devono essere temute, semmai auspicate.
Centro sociale via dal Macello, la strada del pugno di ferro è quella giusta?
Quadri: La strada scelta è l’unica possibile. L’ente pubblico non può tollerare enclavi di illegalità. Con quale coerenza si multa l’onesto cittadino per un parcheggio scaduto e poi si tollerano eventi violenti come quelli visti di recente? Attendere, come vorrebbe qualcuno, che il progetto di riqualifica dell’ex Macello maturi fino alla domanda di costruzione, significa solo spostare il problema in là nel tempo: tra due o tre anni ci si ritroverebbe nella situazione attuale. Mai i sedicenti autogestiti se ne andranno volontariamente. Qualsiasi ubicazione alternativa proposta non andrà mai bene.
Ghisolfi: È evidente che siamo arrivati a una rottura insanabile. È doveroso intervenire per trovare un’altra soluzione agli autogestiti in quanto quella attuale è sotto gli occhi di tutti che non sia più praticabile. L’ultimo episodio in stazione poi non ha fatto che confermare una mancanza totale di rispetto nei confronti delle istituzioni che per anni hanno cercato un dialogo costruttivo. Quindi sì, pugno di ferro e da parte non solo di Lugano, ma con il sostegno del Cantone, che non può lavarsene le mani.