Evocata l'ipotesi di riapertura con 174 dipendenti nel caso fosse evitato il fallimento della società di gestione della casa da gioco
Si è incominciato a parlare di riassunzioni al casinò di Campione d'Italia se sarà evitato il fallimento della società di gestione della casa da gioco dell'enclave. L'occasione è stata fornita da un incontro tra l'amministratore unico della società Marco Ambrosini, i legali della Casinò Campione d'Italia e le organizzazioni sindacali. Il 27 luglio 2018, giorno in cui il casinò è stato chiuso a seguito del fallimento (poi annullato dalla Corte di Cassazione) pronunciato dai giudici civili del Tribunale di Como, i dipendenti della casa da gioco erano 492. Da allora, 77 sono andati in pensione, una cinquantina hanno trovato una nuova occupazione, soprattutto in Ticino. Trecentocinquanta quelli che attualmente sono senza lavoro e reddito avendo esaurito gli ammortizzatori sociali, incominciando dall'indennità di disoccupazione. L'ipotesi che Ambrosini ha illustrato ai sindacalisti è la riassunzione di 174 lavoratori. Ci sarebbe poi spazio per un altro centinaio di lavoratori per servizi esternalizzati, fra cui una cinquantina per il servizio di ristorazione, una quindicina per le pulizie, un numero analogo per il poker e per la galleria commerciale.