Gli interessati invitati a presentare le candidature per i 174 posti di lavoro alla casa da gioco che dovrebbe riaprire entro fine anno
È il momento più atteso nell'enclave, quello dell'assunzione di 174 dipendenti che andranno a formare la nuova pianta organica della Casinò Campione d'Italia Spa, la società di gestione della casa da gioco tornata in vita lo scorso giugno dopo la decisione del Tribunale fallimentare di Como di ammettere la domanda e il piano concordatario, dando il via libera alla riapertura del Casinò, chiuso dal 27 luglio 2018. Una chiusura che, ricordiamo, aveva portato al licenziamento collettivo dei 482 dipendenti di allora, oltre alla perdita del lavoro per oltre 300 persone, occupate nell'indotto. Oltre alla flessibilità organizzativa e l'organico ridotto di quasi due terzi e in linea con quello dei due Casinò vicini di Lugano e Mendrisio, il piano di risanamento prevede un sistema di controllo, analisi e gestione dei rischi e l'esternalizzazione di ristorazione e gestione degli eventi. Ma è sull'alleggerimento del numero dei dipendenti e delle spettanze dovute al Comune che hanno convinto i giudici fallimentari di Como a dare il via libera alla riapertura del Casinò dell'enclave.
Ecco ora il momento più atteso: quello della assunzione della assunzione dei primi 174 dipendenti destinati a diventare 274 nell'arco di cinque anni. «A breve coloro che sono interessati saranno invitati a presentare il loro curriculum – fa sapere Roberto Canesi, sindaco di Campione d'Italia, socio unico della società di gestione della casa da gioco dell'enclave –. Le valutazioni saranno poi fatte da una società specializzata nella scelta del personale». Questa fase dovrebbe esaurirsi entro il mese di settembre. Nella valutazione delle domande molta attenzione sarà riservata alle esperienze maturale nel tempo, soprattutto per gli addetti ai tavoli verdi e alle slot machines che rappresentano la spina dorsale di un Casinò. Appare scontato che le domande di assunzione arriveranno a pioggia, considerato che almeno 350 dipendenti dei 482 licenziati oltre tre anni fa sono ancora senza lavoro e senza reddito: ormai da tempo sono terminate le indennità di disoccupazione sia per chi, in quanto cittadino Aire, risiede in Ticino, che per chi abita a Campione o in Italia.