La società di gestione spera di essere ammessa al concordato, mentre i licenziati decideranno se rinunciare all'immediato incasso delle spettanze
Sono giorni importanti per il futuro della Casinò Campione d'Italia, la società di gestione della casa da gioco dell'enclave, che dopo essere stata dichiarata fallita il 27 luglio 2018 dal Tribunale civile di Como, è tornata in vita per decisione della Corte di Cassazione. Nelle prossime settimane sarà deciso il suo destino, dopo che ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo. Su questa richiesta i giudici del fallimento di Como decideranno il prossimo 3 maggio. Il salvataggio è sul filo del rasoio. Molto dipende dalla decisione che prenderanno, entro domenica 11 aprile, gli ex dipendenti della casa da gioco: 277 di loro hanno impugnato il licenziamento davanti al giudice del lavoro di Como. Se le richieste avanzate non dovessero essere accolte, per la Casinò Campione d'Italia non ci sarebbe futuro. Marco Ambrosini, amministratore delegato della società di gestione, ha inviato una lettera a tutti gli ex dipendenti con le proposte per rinunciare all'immediato incasso delle loro spettanze. Due le proposte, una per chi sarà riassunto (170-180 lavoratori), l'altra per chi non sarà riassunto. Una decisione non di poco conto quella che stanno per prendere gli ex dipendenti del casinò. L'esito appare incerto. Nel frattempo, il commissario straordinario di liquidazione Angela Pagano ha conferito a un avvocato di Como l'incarico di diffidare la Casinò Campione d'Italia per incassare i crediti (21 milioni di euro) mai incassati dalla società di gestione della casa da gioco. Insomma, una messa in mora per rientrare dalle somme non incassate.