Lo sostiene una mozione, che chiede al Municipio di ridurre la presenza della neofita, colpevole di danni di vario genere
Danni al suolo dovuti all'erosione, riduzione della biodiversità, danni alle infrastrutture e alla produttività agricola. Sono diversi i problemi che si porta con sé una diffusione massiccia del Poligono del Giappone. Un problema che, stando a una mozione interpartitica (primo firmatario: Paolo Toscanelli, Plr) consegnata a Palazzo civico, “lungo il fiume Cassarate è evidente e sotto gli occhi di tutti”.
Si chiede pertanto al Municipio di Lugano di intervenire, sebbene la lotta a queste neofite non è semplice per tre motivi: la maggior parte delle piante si trova sotto il terreno, i rizomi si sviluppano fino a tre metri di profondità e a sette lateralmente, hanno una grande capacità riproduttiva. “La lotta è definita impegnativa e necessita di svariati anni per poter portare a dei risultati”. Ricordando che nell'ambito del credito per la realizzazione del nuovo comparto sportivo al Maglio una parte dei soldi è prevista proprio per la lotta a queste piante, la mozione teme l'investimento possa rivelarsi “sprecato se circoscritto solo lungo quella tratta di fiume. Infatti, gli argini a monte sono largamente invasi dal Poligono del Giappone e lo scorrere del fiume verso valle aiuta notevolmente il crearsi di nuovi focolai”.
Per evitare uno spreco di denaro pubblico, i consiglieri chiedono al Municipio di valutare più attentamente la problematica, sperando che venga consultato il Consorzio Valli del Cassarate, che da tre anni – in collaborazione con il Cantone – sta lottando per debellare la pianta nella tratta tra il ponte di Ruggì e il ponte di Valle.