Anche esponenti dell'Mps insultati e intimiditi. Influenzato illegalmente un diritto? Bancarella riservata per la campagna e il referendum.
Insulti e minacce a chi osa criticare il progetto di Polo sportivo ed eventi a Lugano non soltanto fra di loro ma pure nei commenti pubblici sui social. Nel mirino di alcuni tifosi, che hanno decisamente oltrepassato il limite, è finito il Movimento per il socialismo (Mps). Il caso potrebbe sfociare nell'apertura di un procedimento penale da parte del Ministero pubblico per delitti contro la volontà popolare. L'Mps, come noto, ha comunicato l'intenzione di lanciare un referendum nel caso i due messaggi municipali venissero approvati dal Consiglio comunale nella seduta in agenda il prossimo 29-30 marzo. La pagina Facebook dell'Mps ha dovuto nascondere parecchi commenti. Ne citiamo uno, basta e avanza: "Sapete che vi romperemo il c.... a vita? Non solo come movimento ma anche come privati. Questa non è una minaccia, questa è una promessa. Ovunque voi sarete, noi ci saremo".Gli altri: sono più o meno dello stesso tenore e il medesimo obiettivo: fare di tutto per sabotare che sta usando strumenti democratici per contrastare un progetto. Da un certo punto di vista, l'attività di lobbyng ci sta tutta, visto che al Football club Lugano potrebbe non essere rinnovata la licenza per la Super League se il progetto venisse affossato. Fa discutere, invece, la modalità di fare pressione su un tema che riscalda gli animi.
Il dibattito dovrebbe rimanere nei canoni civili. I commenti di questi tifosi sono però davvero ai confini della legalità: il Codice penale vieta espressamente d'influenzare in modo illegale tramite la violenza e la minaccia di grave danno chi ha il diritto di voto. La cittadinanza e i rappresentanti politici devono poter decidere liberamente come votare e chi eleggere, e anche se partecipare a una votazione. Siamo nella categoria dei delitti contro la volontà popolare. Come ci spiega un avvocato penalista, anche senza una querela di parte, la Procura potrebbe avviare un procedimento in base all'articolo 279: "Chiunque, con violenza o minaccia di grave danno, impedisce o turba un’assemblea, un’elezione o una votazione ordinata dalla costituzione o dalla legge, chiunque impedisce od ostacola, con violenza o minaccia di grave danno, la raccolta o la consegna di firme per una domanda di referendum o d’iniziativa, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria". E sappiamo che c'è chi sta valutando di presentare una querela penale perché si è sentito in pericolo dopo alcuni commenti di queste persone della Curva Nord, anche se dal Ministero pubblico non sono finora giunte conferme.
Per queste ragioni, torniamo sull'argomento trattato nell'edizione di ieri. Non stiamo parlando di bagatelle: quanto pubblicato da alcuni tifosi potrebbe inquinare il voto in Consiglio comunale di Lugano e la probabile raccolta di firme a sostegno del referendum. Un diritto da difendere. Intanto, la deputata dell'Mps in Gran Consiglio Simona Arigoni Zürcher ci informa che l'Mps «ha già riservato a Lugano una bancarella per la campagna elettorale e la raccolta di firme a sostegno del referendum. Non le nascondo un po' di preoccupazione per chi sarà presente alla bancarella dopo che nella nostra pagina Facebook abbiamo dovuto nascondere diversi commenti minacciosi». L'Mps fa sapere che "queste minacce vanno dagli insulti veri e propri alle minacce fisiche, fino alla promessa di impedire fisicamente l'eventuale organizzazione di bancarelle per la raccolta delle firme". Tuttavia, il movimento non si lascerà intimorire e ritiene che il sindaco di Lugano Marco Borradori, dichiarando alla Rsi "ci opporremo con tutti i mezzi al referendum", abbia di fatto "soffiato sul fuoco. L’unico mezzo democratico per opporsi al lancio di un referendum è non firmarlo e invitare a non firmarlo; una volta il referendum riuscito l’altro mezzo è alimentare una discussione democratica sui contenuti della proposta: non vi sono 'altri mezzi' e farvi genericamente riferimento non è certo un buon segno". Ieri, il sindaco ci ha detto “è importante che i tifosi sostengano il progetto, ma le minacce non vanno bene, né da una parte né dall’altra”. All'Mps "piacerebbe sapere quali sono le minacce che avremmo proferito nei confronti dei tifosi". E punta il dito anche contro gli altri, "non meno responsabili. Non solo perché, si sono guardati bene dal prendere posizione; ma perché proteggono alcuni di questi brutti ceffi. Uno di questi, ad esempio, che ha espresso più volte il “mi piace” nei confronti di messaggi di suoi compari contenenti minacce esplicite, è nientepopodimeno che candidato del Ppd per il Consiglio comunale alle prossime elezioni".
Dal canto suo, Michele Campana, direttore generale dell'Fc Lugano, invita alla calma e ribadisce che «la società non si può assumere le responsabilità di ciò hanno scritto alcuni tifosi, non possiamo che distanziarci da commenti che oltrepassano la legalità. Il referendum è un diritto così come chiunque ha il diritto di esprimersi. In ogni caso possiamo ben comprendere una certa delusione della gente di fronte a un progetto di rinnovo dello stadio di cui si parla da ormai da una ventina di anni. Sappiamo che il tifo è un campione della società, c'è chi si esprime in modo più educato, chi meno. Invitiamo a esprimere il proprio dissenso in maniera legale, civile e democratica. Ci dispiace che si possa arrivare a scrivere degli insulti e delle minacce. Facendo così si sta solo facendo il gioco di chi è contrario al progetto». Nel pomeriggio è giunta in redazione anche la presa di posizione ufficiale dell'Fc Lugano. Un presa di posizione che il fatto "che moltissimi cittadini, politici, simpatizzanti e tifosi bianconeri si siano attivati per far sentire la loro voce a sostegno del Polo Sportivo e degli Eventi, infrastruttura che interesserà decine di migliaia di persone, sportive e no". La dirigenza ribadisce che "il realizzarsi del progetto sia imprescindibile per garantire un futuro al calcio luganese (e ticinese) di massimo livello. Apprezziamo anche che a livello politico la quasi totalità dei partiti stia affrontando il tema con molta professionalità e coscienziosità. Abbiamo pure comprensione per il fatto che, in prossimità delle elezioni, alcuni partiti o movimenti possano cercare una maggiore visibilità esponendosi in modo netto sul tema". Tuttavia, la società stigmatizza "un’eventuale deriva incivile e potenzialmente illegale del dibattito. Richiamiamo i numerosissimi sostenitori del Pse a continuare a esprimere il proprio consenso al progetto e a riportarne tutti i vantaggi per le presenti e future generazioni, auspicando nel contempo che il dibattito e il dialogo si mantengano entro termini civili, nel rispetto delle persone, della democrazia e nei diritti di ogni cittadino".