Diciotto mesi di carcere da espiare e l'espulsione dalla Svizzera per cinque anni inflitti a un 47enne sposato con tre figli e in Ticino da 20 anni
Diciotto mesi di carcere da espiare e l'espulsione dalla Svizzera per cinque anni. È la pena inflitta nel pomeriggio di oggi a un cittadino di 47 anni di nazionalità italiana con il permesso C residente nel Luganese dal giudice Amos Pagnamenta che ha confermato la richiesta del procuratore pubblico Daniele Galliano. L'imputato comparso in aula penale stamane è stato riconosciuto colpevole di furto ripetuto, violazione ripetuta di domicilio, falsità in documenti e violazione della Legge federale sugli stupefacenti. Una pena pesante soprattutto perché prevede allontanamento dal Paese di un uomo sposato con tre figli e residente in Ticino da vent'anni. Il suo avvocato Stefano Pizzola valuterà se contestare tramite appello il dispositivo legato all'espulsione. D'altra parte, sulla sentenza hanno pesato la decina di precedenti specifici accumulati dall'imputato negli ultimi anni. Tanto che l'inchiesta a suo carico è sfociata in quattro atti d'accusa firmati da altrettanti procuratori pubblici. In aula stamattina l'imputato ha detto di voler uscire dalla dipendenza dal Dormicum. Una dipendenza che lo ha indotto tante volte a fare carte false per procurarsi il medicamento ingannando diverse farmacie del Luganese. Non ci sono però legami fra i numerosi furti commessi dal 47enne con questa assuefazione, ha messo in evidenza il presidente della Corte delle Assise Correzionali di Lugano. L'avvocato ha però presentato un certificato medico che ha attestato la cleptomania dell'imputato. Pertanto, gli ha è stata riconosciuta una lieve scemata responsabilità. Il medico dell'imputato considera la cleptomania come una malattia curabile ma, perlomeno fino al novembre scorso quando è stato arrestato, non ha funzionato.