Spari molto vicino alle case e due buchi nel muro di un'abitazione: ieri in Malcantone sono intervenuti guardiacaccia e Polizia scientifica
Uno sparo, nel bosco, in una nebbia non troppo fitta. E poi le urla di spavento, la rabbia, le grida contro lo sparatore, gli imprechi. Quest'ultima parte del video l'abbiamo tagliata, anche perché il nocciolo è tutto all'inizio: un cacciatore spara a poca distanza da un'abitazione spaventando e facendo arrabbiare Luana, residente in zona e autrice del video. Di clip Luana ne ha fatti diversi, un altro anche molto esplicito che riprende le mura della sua vicina di casa: «Mi spiace, ma questo non c'era stamattina», esclama sbigottita la vicina, indicando uno dei due fori che si è ritrovata nel muro. Sembrano scene da Far West, ma è successo ieri attorno alle 11 di mattina a Sessa.
«Sono venuti qui a sparare, dietro casa nostra, senza neanche avvisare – racconta Luana a ‘laRegione’ –. A un certo punto sento quattro-cinque colpi, proprio vicini a casa mia, vado fuori e inizio a filmare. È lì che sento un colpo molto forte e molto vicino (quello che si sente nel video, ndr). Ho sentito un rumore metallico, come se avessero colpito qualcosa molto vicino. Il cacciatore era poco più in là e ha sparato in direzione diagonale verso le case, per colpire un piccolo cinghiale che è riuscito a scappare. Mi sono molto spaventata e di conseguenza anche arrabbiata».
Pare che non fosse l'unico cacciatore, ieri nei dintorni dell'abitato di Sessa. «Li abbiamo un po' seguiti, saranno stati sei o sette, sono scesi passando accanto al vigneto e portavano un cinghiale ucciso con sé. Fra noi c'è stato un alterco (testimoniato da un terzo video che abbiamo scelto di non pubblicare, ndr) e intanto la vicina di casa si è accorta che nel muro di casa sua c'erano due buchi. In uno dei due può entrare anche un dito ed è ad altezza cuore: se fosse passato qualcuno in bici o a piedi l'avrebbero preso in pieno».
Vista la situazione, Luana e i vicini hanno allertato le forze dell'ordine. «Abbiamo immediatamente chiamato la Polizia cantonale perché li vedevamo molto vicini alle case, secondo noi a meno di cinquanta metri di distanza (limite minimo previsto dalla legge, ndr) e soprattutto ci sono stati questi spari: bisogna sparare in direzione opposta all'abitazione, non verso le case. La polizia ci ha spiegato che è tempo di cacciagione degli ungulati. Una spiegazione che non ci ha soddisfatti e quindi abbiamo richiamato chiedendo di venire sul posto a constatare l'accaduto. La polizia ci ha messo in contatto coi guardiacaccia, ne sono arrivati qui due e i cacciatori hanno mostrato loro la posizione dalla quale hanno sparato, ma indicandone una ben più lontana da quella che abbiamo visto noi». Un'ulteriore telefonata alla polizia sembrerebbe essere partita una volta visti i buchi nel muro. «La situazione era cambiata: non era più una questione, per esempio, di rumori molesti ma di pericolo reale. Allora è venuta la Scientifica, che ha fatto i rilievi verificando che è il colpo è partito effettivamente da una canna di fucile, il giorno stesso, ed è stata trovata la polvere da sparo. Hanno ritirato i fucili per un paio d'ore ai cacciatori, li hanno interrogati».
E ora? Per il momento una denuncia non è stata fatta, ci sarebbero dei costi e delle procedure importanti: «Bisognerebbe estrarre la pallottola dal muro, verificare da quale fucile è stata sparata. Dobbiamo capire però se può succedere qualcosa d'ufficio. Però una segnalazione andrebbe fatta», osserva Luana riflettendo su quanto capitato la scorsa domenica. «È assurdo che non ti dicano che ci sono i cacciatori vicino a casa, lo vieni a sapere solo se ti sparano dietro. Si sono comportati malissimo, non sono neanche dei cacciatori ma dei bracconieri. Avevano i colpi in tasca, non sapevano quanti ne avevano sparati».
La nostra interlocutrice evidenzia infine come quella sia tutt'altro che una zona dove si caccia, generalmente. «No, di solito non vengono. Dietro casa c'è un vigneto, c'è un sentiero turistico che porta alla miniera e vicino ci sono delle bolle, dove sono stati trovati quattro o cinque bossoli, ma è una zona naturale protetta e non si potrebbe sparare. Però qualcuno l'ha fatto. E non sono neanche cacciatori del luogo. Vengono da altre regioni del Ticino, sappiamo anche da dove, non dal Malcantone. Eppure qui ci sono già i cacciatori della zona: perché non chiamare loro e dargli il mandato per fare, non so, tre giorni di caccia se c'è un problema legato ai cinghiali?».