Luganese

E anche il Cantonetto affronta la pandemia

Fascicolo di dicembre per la rivista di cultura luganese diretta dallo storico Carlo Agliati dedicata anche all'arte, alla lingua e al dialetto

Breno che fu (Il Cantonetto)
14 dicembre 2020
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È apparso un nuovo fascicolo della rivista di cultura luganese “Il Cantonetto” (Dicembre 2020, N. 2), diretta dallo storico Carlo Agliati. Le tematiche del numero che chiude l’annata 2020, come di consueto ben illustrato, attraversano numerosi ambiti della storia culturale del territorio ticinese: arte, lingua e dialetto, letteratura e teatro, storia dell’imprenditoria al tempo dell’emigrazione… Ma l’apertura, et pour cause, in questa difficile stagione, è riservata a una riflessione (dello scrittore Sergej Roić) incentrata sulla nostra società al tempo della pandemia, accompagnata da immagini fermate dal fotografo Massimo Pacciorini-Job a Bellinzona nei giorni del lockdown della scorsa primavera e dipinti del pittore luganese Renzo Ferrari, che in quelle lunghe settimane ha elaborato una sorta di “diario per immagini”. Tra i numerosi interventi, si segnala la ricostruzione magistrale di Renato Martinoni della vicenda di un ragazzino dodicenne “difficile” di Minusio, Emilio, che posto agli arresti a pane e acqua per aver tentato di incendiare un pollaio, nell’anno 1900 è finito negli archivi del celebre criminologo e antropologo di Torino Cesare Lombroso, da dove è riemerso oggigiorno con la qualifica di “criminale” e “omicida”… La bella fotografia qui riprodotta accompagna un testo di Mario Vicari dedicato alla lingua – tra dialetto e italiano – di un contadino malcantonese dell’Ottocento. Si tratta di una veduta primonovecentesca della campagna del Malcantone, con sullo sfondo il villaggio di Breno e in primo piano due contadine nei costumi tradizionali, con i rastrelli e il cargansc, la gerla portata in spalla soprattutto dalle donne, utilizzata per il trasporto di fieno, foglie secche, legnami e anche bachi da seta.