Luganese

Turismo luganese: 'Il 2020? Non il disastro che si credeva'

La stima per l'anno della pandemia prevede una contrazione nell'ordine del 15-20%, a fronte del 35-40% che s'ipotizzava inizialmente

Bruno Lepori, presidente dell'ente turistico luganese (Ti-Press/Archivio)
27 novembre 2020
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Male, ma non malissimo. Il 2020 del turismo luganese quasi certamente «non sarà il disastro che si credeva». L'anno deve ancora chiudersi, ma il presidente dell'ente turistico Lugano Region si sbilancia sul tema: «Prevediamo una contrazione dei pernottamenti nell'ordine del 15-20% circa – ci dice Bruno Lepori –, a fronte del 35-40% ipotizzato la scorsa primavera». La fase tranquilla della pandemia durante l'estate e il grosso afflusso di turisti prevalentemente confederati nella bella stagione renderanno quindi il 2020 annus meno horribilis di quanto temuto. Anche sul fronte finanziario: «Abbiamo incassato circa due milioni di franchi in meno di tasse di soggiorno, ma è anche vero che abbiamo avuto meno spese dato che la maggior parte degli eventi è stata cancellata».

Nel 2019 pochi arabi, ma sono tornati gli statunitensi

Cifre decisamente più in linea con la media quelle del 2019 invece: i pernottamenti alberghieri sono stati 922'176, ossia lo 0,05% in meno rispetto al 2018. La stabilità è stata tuttavia solo apparente, dato che i mercati sono molto cambiati invece. Grande diminuzione di turisti dall'Italia (-4,2%) e soprattutto dai Paesi del Golfo persico (-20,6%), compensati tuttavia dal ritorno degli statunitensi (+23,2%), grazie anche alla promozione svolta proprio dall'ente negli ultimi anni. Cifre queste pubblicate assieme al Consuntivo 2019 (che chiude con un utile di 5'300 franchi circa): conti che l'assemblea dei soci dovrà approvare entro il 17 dicembre e che per la prima volta si esprimerà per corrispondenza.