Confine

Campione, faccia a faccia tra i due candidati sindaco

Roberto Canesi e Simone Verda sui principali temi in vista dell'elezione comunale

Nella foto, Canesi a sinistra, Verda a destra
9 settembre 2020
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Un paese in dissesto, morale e materiale, sommerso dai debiti e con poche prospettive di uscirne. Almeno in tempi brevi, certamente non prima di aver potuto riaprire il Casinò, principale fonte di sostentamento, oggi chiuso e sottoposto a una procedura di fallimento. Eppure ci sono due liste civiche che si contenderanno il non facile compito di amministrare Campione d'Italia. il voto è imminente, i cittadini si recheranno alle urne il 20 e 21 settembre, quindi fra una decina di giorni. Quelli che vivono effettivamente nell'enclave ma anche quelli (sarebbero la maggioranza) che figurano 'residenti Aire' in paese ma sono domiciliati all'estero, specialmente in Ticino. La scelta che si troveranno sulla scheda di voto è fra Roberto Canesi, candidato sindaco per la lista 'Campione rinasce' e Simone Verda, per 'Campione 2.0'.

Oggi Canesi ha presentato la sua squadra sul sagrato della Madonna dei Ghirli, Verda punta su una serata pubblica domani alle 19.30 presso il Grand hotel di Campione (con ospiti importanti di Regione Lombardia); noi li abbiamo messi a confronto su alcuni punti specifici legati alla drammatica attualità campionese.

Fallimento o salvataggio?

Cominciamo dal casinò: la riapertura è considerata vitale dalla comunità campionese, ma la situazione è complicata dalle normative italiane. Due essenzialmente gli scenari, ovvero il 'salvataggio' in extremis dell'attuale società in via di fallimento, oppure il puntare tutto su una nuova società di gestione.

Sentiamo Roberto Canesi. Che propende decisamente per il risanamento dell'attuale società, con una robusta iniezione di capitali privati. "La procedura di fallimento prenderebbe ancora due o tre anni. I ricorsi pendenti presso la Corte di Cassazione da quanto sappiamo, non sono ancora in agenda e non verranno giudicati prima del 2022/2023. Se è giusto, per un'azienda che ha potenziale, mantenere almeno un centinaio di lavoratori con altissima professionalità nel campo del gioco, difficilmente riconvertibili in un altro settore, non credo che sia meglio mantenere in essere una vicenda giudiziaria che durerà ancora anni e non porterà praticamente nulla ai creditori". Meglio 'resuscitare' l'attuale azienda, secondo Canesi ma come? L'ostacolo è dato dalla legge italiana, che vieterebbe l'ingresso di privati una una società al 100% pubblica come la Casinò di Campione. "Si potrebbero ricevere i soldi da investitori privati attraverso strumenti finanziari partecipativi, che esistono, e questo non costringerebbe a una modifica legislativa, cui si arriverebbe molto difficilmente". Passaggio comunque evitabile secondo Canesi. "Ho due pareri legali, dicono che questo percorso si può seguire".

Aspettando la Cassazione

Così ci risponde invece Simone Verda. "Ovviamente siamo favorevoli ad una riapertura del Casinò in tempi molto brevi. Tuttavia il Viminale, il Ministero degli interni italiani, negli scorsi giorni ha dato degli spunti molto chiari, dicendo che bisognerebbe aspettare il responso della Cassazione sul procedimento di fallimento, rispetto alla sentenza del Tribunale di Milano. Le parti hanno ricorso in Cassazione, e si dice che non vi sarà una sentenza prima del 2022.  Quindi i tempi sono lunghi. Nella soluzione prospettata dal dottor Canesi, il mio avversario, riattivare la società fallenda è molto difficile perché la normativa attualmente non ci permette di by-passare questa situazione, a meno di cambiare la legge. Senza contare che bisogna mettere d'accordo creditori e debitori, tra cui la Banca popolare di Sondrio. Ma oggi perché un privato che possa entrare nel capitale di una società pubblica occorre cambiare la legge Madia attraverso un percorso Parlamentare.  Ovviamente io mi attendo, per i cittadini, i lavoratori e l'economia di Campione d'Italia, che a un certo punto la politica faccia la sua parte e fondamentalmente aiuti il Comune a riaprire il casinò. La politica negli ultimi mesi ha preso concretamente in mano il dossier di Campione, quindi sono fiducioso, anche se esistono delle problematiche tecniche.

 

Un miglioramento, o ripristino dei rapporti tra Campione d'Italia e la Svizzera è al centro dei programmi di entrambi i candidati, dopo la doccia fredda del trasferimento dell'Enclave nella zona doganale europea, da quella svizzera dove si trovava per diritto consuetudinario. A questo punto, per i campionesi, non converrebbe puntare su una annessione alla Svizzera tout-court? "Penso che se facessimo un referendum, oggi, a Campione il 99% dei citaadini direbbe di sì all'annessione. Stiamo parlando di gente che ha studiato a Lugano, frequenta i locali in Ticino e così via. Ma la stoia ci insegna che Campione ha sempre avuto una sua forte appartenenza all'Italia. Questo non vuol dire che non si debbano stringere nuovi accordi con la Svizzera".

Annessione alla Svizzera? Difficile

Simone Verda non la vede molto diversamente. "l'Europa ha sancito questa direttiva sullo spazio digitale e l'ha messa in vigore dal primo gennaio. Ora: il presidente della Commissione europea per i problemi economici era Gualtieri, che oggi è ministro delle finanze a Roma.... Quindi ritengo che in questo momento a livello politico non ci siamo gli spazi per cancellare la direttiva. Però ritengo che chi vincerà le elezioni a Campione dovrà riprenderla in mano insieme al Governo italiano e adattarla il meglio possibile a tutte le esigenze dell'Enclave, come lo smaltimento dei rifiuti per esempio, senza creare troppi disagi alla cittadinanza... L'annessione alla Svizzera? Noi campionesi alla Svizzera non possiamo che essere grati con la G maiuscola, il Ticino ci ha accolto con le braccia aperte e anche nel momendo difficile ci ha dato degli ammortizzatori sociali come la disoccupazione ticinese per circa 300 nuclei familiari. Tuttavia oggi Campione è un territorio italiano, europeo, l'annessione al Ticino sarebbe un discorso troppo lungo e forse nemmeno perseguibile. Bisognerebbe ripristinare i rapporti molto franchi come avevamo, per la scuola, altro esempio, per cui adesso il privato deve pagare la retta. Speriamo di ridare servizi pubblici a 360 gradi, e sembra che coi vecchi debiti verso la Svizzera il Comune sia quasi a posto. ".

Debiti e servizi dal Ticino

Fra le questioni sul tavolo ci sono la sanità e i debiti con le autorità ticinesi. Canesi: "È chiaro che dovremo chiedere un prestito a lungo termine, diciamo da estinguere in 30 anni in modo compatibile con il futuro bilancio comunale. Per quanto riguarda i debiti verso il Ticino, mi risulta che lo Stato abbiamo già stanziato i fondi necessari per appianare i debiti. In futuro bisognerà comunque ridiscutere quanto Campione dovrebbe versare al Ticino, quanto il ticino riceve come indotto da Campione, e trovare un punto di equilibrio". Sulla sanità, finora assicurata ai campionesi dal sistema assicurativo ticinese. risponde il farmacista Stefano Marzagalli, in lista con Canesi "Deve assolutamente intervenire il Ministero". Sul capitolo sanità interpelliamo infine Simone Verda. "Io sono un 'Aire' (italiano residente all'estero) abito a Lugano Besso e so bene quanto costa la cassa malati svizzera. Noi siamo chiaramente favorevoli a un sistema che dura da decenni, noi siamo assicurati direttamente con la Lamal e si tenterà di mantenere in tutit i modi questa situaizone. Domani sera a Campione saranno presidenti per la nostra lista il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e l'assessore al welfare e sanità Giulio Gallera, proprio per prospettare le soluzioni che ci potranno essere anche a livello sanitario".