Luganese

Casinò di Campione ancora all'anno zero

Non si sblocca la vicenda della casa da gioco dopo il fallimento e niente nuove neppure dalla Cassazione

Speranze
(TI-PRESS)
19 agosto 2020
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A due anni dalla giornata più funesta per l'enclave (27 luglio 2018 una data scolpita nella storia di Campione d'Italia) per la riapertura del Casinò, condizione si ne qua non per il rilancio del comune italiano in riva al Ceresio, siamo ancora all'anno zero. E all'orizzonte non si scorge niente di buono. Un paio di mesi fa si è scritto che il Governo era tornato a battere un colpo su Campione e il suo territorio. ''Il messaggio che voglio mandare è che il Casinò riaprirà, in quanto l'attività dei tavoli verdi deve ripartire per ridare linfa economica a un territorio altrimenti in fortissima crisi'' le parole di Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'economia, un passato da sindacalista, per cui conoscitore dei problemi del lavoro e la chiusura del Casinò è innanzitutto un problema occupazionale. L'enclave in quanto a lavoro da due anni a questa parte è una realtà desertificata, accelerata dalle attività umane di coloro che a Campione d'Italia negli ultimi decenni hanno guidato Comune e casa da gioco. Barretta che nei governi Renzi e Gentiloni aveva la delega al settore. Quella delega il sottosegretario dem non l'ha avuta dal premier Conte, per cui non ha potuto prendere in mano il dossier Campione d''Italia. Ed è da escludere che lo possa fare nell'immediato futuro, essendo Barretta il candidato sindaco di Venezia del centrosinistra per le amministrative del 20 e 21 settembre. Ma c'è di più, in quanto rimane l'ostacolo degli ostacoli: il pronunciamento della Corte di Cassazione sull'impugnazione da parte della Banca Popolare di Sondrio, del fallimento della Casinò Campione d'Italia. A questo proposito le previsioni sono funeste: la decisione degli ermellini è attesa non prima del 2022. E fra un mese in riva al Ceresio si vota per la nomina del sindaco e l'elezione del consiglio comunale.