Il Commissario straordinario Giorgio Zanzi sta per lasciare l'Enclave: il suo bilancio due anni dopo
Dalle finestre dell'ufficio del sindaco di Campione d'Italia, che negli ultimi due anni è stato occupato dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi, la sguardo si posa sulla passeggiata a lago. Nessun turista osserva il Ceresio. Le persone per le vie dell'enclave si possono contare sulla dita di una mano. Campione d'Italia è un paese deserto, sprofondato in una crisi inimmaginabile. ''Sapevo che arrivando a Campione d'Italia avrei trovato una situazione difficile, ma mai avrei immaginato di trovare problemi senza soluzioni, anche perché con il passare dei mesi i problemi si sono aggiunti ai problemi''. Afferma Zanzi che dopo due anni di permanenza in riva al Ceresio si appresta a fare la valigia, in quanto domenica 20 e lunedì 21 settembre di vota per la nomina del sindaco e la elezione del consiglio comunale. E a differenza delle amministrative del 19 maggio dello scorso anno quando nessuno si era candidato, per il prossimo voto ci sono due candidati sindaco, Roberto Canesi e Simone Verda.
Cosa mette in valigia?
''L'amarezza per non essere riuscito a mettere in atto le misure che servono per eliminare il fallimento di questo paese, senza uguali nel patrimonio italiano. Non ci sono riuscito perché nel corso dei mesi si sono susseguiti tutta una serie di problemi, sin qui insormontabili: dal fallimento del casinò al dissesto del comune, dall'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo all'emergenza Covid''.
Un mondo nuovo per Campione d'Italia.
''Mi hanno messo nella condizione di dover adottare misure dolorose: tagliare servizi importanti, come la scuola dell'infanzia, innalzare le tariffe e le tasse comunali, tagliare il personale comunale, cancellare i contributi erogati sul territorio, come le indennità a carabinieri e insegnanti. Ma non si poteva fare diversamente davanti alla montagna di debiti del comune. Debiti che solo in parte è stato possibile pagare, come quelli nei confronti di enti e privati ticinesi, grazie ad uno stanziamento straordinario del Governo. Nelle ultime settimane ai debiti del comune si sono aggiunti gli 87 milioni di euro reclamati da Regione Lombardia che dal 2005 ha pagato la sanità svizzera ai campionesi e che il Pirellone non vuole più pagare. Da ultimo, ma non ultimo, anzi sarebbe il primo da considerare, le 19 mensilità che non è stato ancora possibile pagare ai dipendenti, in buona parte ex dipendenti, del Comune. Si tratta di 20 milioni di franchi''.
Con i provvedimenti presi lei ha italianizzato Campione d'Italia.
''E' l'accusa che mi viene rivolta dai campionesi.Con un comune in dissesto finanziario, in quanto gravato da una montagna di debiti e senza i trasferimenti del Casinò, le normative sugli enti locali, rendevano obbligatorie le scelte che ho dovuto prendere''.
Le maggior difficoltà?
''Il passaggio doganale, con tutte le condizionalità previste che hanno posto il comune nella condizione di confrontarsi con le normative italiane che prima non sono state mai applicate: le targhe e la patente svizzera, la posta, i trasporti, i rifiuti, l'imposta locale sui consumi. Problemi ancora aperti''.
Campione uscirà da questa situazione e se si di cosa necessità l'enclave?
''Considerato che il passato non torna, per cui pensare di tornare a tenere in piedi il paese con il solo casinò, anche se si tratta di un'azienda dalle grande potenzialità, sarebbe sbagliato. Occorre sviluppare il turismo, il commercio. Sfruttare i benefici fiscali previsti dal Mef per incentivare l'insediamento a Campione di nuove opportunità occupazionali''.
Ma secondo lei sarebbe stato possibile evitare la chiusura della casa da gioco, anticipo di uno tsunami che ha travolto la comunità campionese?
''Se si fosse tentata la strada del fallimento in proprio o l'amministrazione controllata ora saremo a raccontare una storia diversa''.
In questi anni Roma ha mostrato attenzione per Campione d'Italia?
''Si, compatibilmente i problemi del nostro Paese. Dico questo anche in considerazione del fatto che ho avuto l'occasione di confrontarmi con i massimi livelli nazionali. Intendo, i ministri''.
Il nuovo sindaco dell'enclave si troverà a risolvere un problema che sembra insuperabile: il bilancio comunale. Si potrà fare?
''Si, se però riuscirà a rifinanziare con le banche i mutui che come un macigno gravano sulle finanze del comune. Si tratta di 6,5 milioni di euro l'anno, legati alla nuova sede del casinò. Io non ci sono riuscito, nonostante avesse ripetutamente sollecitato le banche''.
E senza bilancio comunale, il comune sarà nuovamente commissariato?
''Spero tanto di no, in quanto è giusto che ad amministrare il comune sia un sindaco scelto dai cittadini''.