È fissata al 24 settembre l'assemblea che darà una nuova guida al partito, dopo le dimissioni di Angelo Petralli all'inizio della scorsa campagna elettorale
Quattro candidati per una poltrona. Siamo ancora in piena estate, ma i motori per l'imminente prossima stagione politica si stanno già oliando. Lo sanno bene in casa Ppd di Lugano, dove fervono i lavori in vista del 24 settembre: per quella data è stata fissata infatti l'assemblea che avrà l'importante compito di eleggere il nuovo presidente sezionale, nella delicata fase che traghetterà il partito alle elezioni comunali dell'aprile 2021.
«Abbiamo già riservato il Capannone di Pregassona, l'assemblea si terrà con tutte le norme igieniche e di distanziamento in vigore» ci conferma il segretario Claudio Giambonini. Da un'iniziale rosa di una ventina di candidati, la commissione cerca – presieduta dal municipale uscente Angelo Jelmini – ha ristretto le proprie attenzioni su quattro nomi. «Sono profili diversi, ma tutti validi. Entro fine mese si terranno le audizioni, che porteranno alla designazione del o dei candidati da proporre all'assemblea».
Sui nomi Giambonini non si espone, come neppure Jelmini: «Sulle speculazioni preferisco non sbilanciarmi. Taccio e ascolto». Sì, perché sebbene le candidature sin qui avanzate siano ancora rigorosamente top-secret, qualche nome gira. Tra i giovani, ad esempio, potrebbe esserci Luca Campana, energico rappresentante della commissione di quartiere di Pregassona. Ma soprattutto, il nome che secondo nostre informazioni si fa con più insistenza è quello della consigliera comunale Benedetta Bianchetti. «Non ci sono candidature più sostenute di altre, tutti partono alla pari» replica il segretario.
Abbiamo sentito la diretta interessata dai rumor, che però sulla questione per il momento preferisce non esprimersi, sottolineando solo che ci sono numerosi fattori da ponderare. Bianchetti tuttavia già da diversi mesi, da aprile, è anche la vicepresidente facente la funzione di presidente della sezionale cittadina del partito. Pandemia a parte, il Ppd oggi è più sereno rispetto all'inverno scorso? «Ci sono state delle tensioni – ricorda la consigliera –, però sotto la guida di Angelo Jelmini (che è stato presidente ad interim nel delicato periodo gennaio-aprile, ndr) il partito ha ritrovato unità e fiducia per affrontare le elezioni che poi per forza maggiore sono state annullate. L'Ufficio presidenziale (Up) anche durante il lockdown si è riunito, facendo diverse videoconferenze, ponendo le basi per l'assemblea del 24».
La prima parte della campagna elettorale del Ppd, ricordiamo, non è stata priva di tensioni e colpi di scena. Ad aprire il vaso di Pandora è stato, prima di Natale, l'ex presidente Angelo Petralli che in un'intervista ha criticato sia l'Up che la commissione cerca. Durante le feste si è esposta poi la granconsigliera Nadia Ghisolfi: le sue preoccupazioni si sono rivelate effettivamente fondate, sfociando nella sua esclusione dall'iniziale rosa dei candidati per il Municipio di Lugano. Da lì, in rapida successione: il sostegno alla deputata da una frangia della sezione, le dimissioni di Petralli, l'assemblea che ha visto Ghisolfi entrare in lizza e la clamorosa e inaspettata esclusione di Sara Beretta Piccoli e infine l'addio di quest'ultima al partito, accolta nel Movimento Ticino&Lavoro (Mtl). Mtl che, ricordiamo, vede tra i rappresentanti di spicco un altro consigliere comunale che ha abbandonato i popolari democratici, Giovanni Albertini.
A dare un freno alla sequenza di eventi ci ha pensato la pandemia e l'annullamento delle elezioni. In questi mesi il partito sembrerebbe aver ritrovato una certa stabilità, decisamente indispensabile per affrontare la campagna 2.0: il Ppd, con Jelmini uscente e non ricandidato, dovrà lottare per difendere il proprio seggio.