Luganese

Lista Ppd a Lugano, Dadò: 'La responsabilità è della sezione'

Il presidente cantonale parteciperà all'assemblea di stasera e prende posizione sulla crisi in atto: 'I personalismi vanno messi da parte, basta polemiche'

Il presidente cantonale del Ppd Fiorenzo Dadò (Ti-Press)
17 gennaio 2020
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«Quando ci si trova in una situazione nella quale il seggio è oggettivamente a rischio, tutti i personalismi vanno messi da parte». Fiorenzo Dadò scende a Lugano per l'assemblea sezionale di stasera, che avrà il delicato compito di determinarsi sulla lista che dovrà difendere la rappresentanza popolare-democratica in Municipio e – nello scenario migliore – trovare un sostituto all'uscente Angelo Jelmini. Abbiamo sentito il presidente cantonale per capire qual è l'umore a poche ore da un'assemblea preannunciata da settimane di discussioni, sfociate nelle dimissioni del presidente sezionale Angelo Petralli.

Come valuta questo momento particolare che sta attraversando il partito?

Lugano, essendo la città più grande del cantone, è fondamentale che possa vivere un momento di stabilità. E questo non riguarda solo il Ppd. C’è bisogno di positività e non di beghe. Per quanto riguarda il nostro partito, Angelo Jelmini ha deciso di lasciare dopo diversi anni di esecutivo e questo può anche essere visto come qualcosa di positivo: c’è un ricambio, e l’elettorato ha dimostrato di apprezzarlo. Quando ci si trova in una situazione nella quale è a rischio il seggio, tutti i personalismi vanno messi da parte.

E quindi cosa si aspetta dall'assemblea di stasera?

Per ogni candidato c’è un solo discorso da fare: se può essere utile o meno alla causa. Mi auguro quindi che venga fatto questo ragionamento. Il seggio è oggettivamente in pericolo. L’unità è la prima delle premesse per mantenerlo. 

Quanto sono fondati i rumors che vorrebbero Filippo Lombardi in lista?

Non lo sono. Quel discorso c'è stato, ma era un pour parler, che è finito lì però. Lui era possibilista, ma non si è mai fatto veramente avanti. Escludo veti interni al partito per una sua candidatura. Se davvero avesse chiesto di andare in lista a Lugano, nessuno l’avrebbe bloccato. Filippo, nonostante questa eventualità, ha preferito orientarsi su altre priorità.

Già annunciato invece il voto sulla granconsigliera Nadia Ghisolfi, esclusa dalla rosa.

Questo è un discorso diverso. Nadia è una buona deputata, da tanti anni nel partito. La commissione cerca ha fatto i suoi ragionamenti, non ritenendola utile alla causa. Se stasera vorranno fare questo esercizio democratico e se sapranno giocarselo bene a livello di immagine, potrà essere positivo. Se dovesse esserci una votazione, io sarò favorevole: sono sempre stato favorevole alle primarie. Ritengo l'assemblea sovrana.

Non si sbilancia su una preferenza?

No, non è il mio ruolo. L’autonomia delle sezioni per me è sacra. La lista non è male, ci sono diverse persone valide. Quel che mi auguro è che stasera si esca compatti dalla sala e che tutti remino nella stessa direzione.

Ritiene che queste polemiche possano nuocere al partito? A livello comunale e cantonale.

Io non sono mai stato informato di queste polemiche, le ho lette soprattutto sul giornale. Comunque, se viene perso o meno un seggio in una sezione la colpa o il merito è esclusivamente della sezione, del suo impegno e strategia. Se le elezioni comunali dovessero andar male, evidentemente l’entusiasmo a livello cantonale ne risentirebbe. In termini di peso politico e di motivazione.

Infine, le dimissioni di Petralli. Rischiano di disorientare l'elettorato in un momento così delicato?

Aveva già annunciato le proprie dimissioni diversi mesi fa. Angelo è una persona valida, siamo amici e gli ho parlato. Lo capisco da un certo punto di vista, ma personalmente avrei continuato a combattere in ciò che credo. Mi rincresce, ma a Lugano ci sono delle persone sicuramente in grado di fare un buon lavoro. L'elettorato a parer mio si disorienta esclusivamente quando ci sono le polemiche, perciò spero siano definitivamente terminate.