Saranno 21 i collaboratori dello scalo che continueranno a lavorare anche durante il periodo di transizione: dal 1° giugno e fino all'arrivo dei privati
Saranno 41 i dipendenti di Lugano Airport Sa (Lasa) che dal 1° giugno resteranno senza lavoro. A dare la cifra esatta è la società stessa, che ha comunicato la notizia ai propri collaboratori oggi. Già due settimane fa – quando è stato annunciato l'avvio del processo di liquidazione – è stato detto che indicativamente 2/3 dei dipendenti sarebbero dovuti essere licenziati, mentre ora si conosce il numero preciso.
Altri 21 lavoratori continueranno invece la propria attività, ma con un altro datore di lavoro: la Città di Lugano. Sarà il Municipio infatti a gestire la cosiddetta fase di transizione, che dovrà traghettare lo scalo di Agno alla gestione dei privati. E proprio a questi 21 collaboratori sarà affidato l'importante compito di garantire la continuità dell'aeroporto durante questo 'interregno'. Proprio per questo, sottolinea Lasa, sono principalmente due i criteri adottati per la scelta del team che continuerà a lavorare: la copertura delle funzioni operative richieste dall'Ufficio federale dell'aviazione civile (Ufac) e la tipologia di servizi erogati a partire dal 1° giugno.
Si è quindi tenuto conto in particolare delle certificazioni del personale e della possibilità di essere 'multifunzionali'. Capo d'aerodromo per la nuova struttura è stata confermata Julie Detourbet, attiva nel ruolo da sette anni.
Per quanto riguarda i 41 dipendenti licenziati, si ribadisce nel comunicato quanto già espresso dal sindaco di Lugano Marco Borradori due settimane fa: la Città si è impegnata a fornir loro un supporto per favorirne il ricollocamento professionale. Due settimane fa si è anche ipotizzato che una parte di loro sarebbero potuti nuovamente venir impiegati dalla gestione privata dell'aeroporto, ma da noi sentito il liquidatore di Lasa spiega: «Ci sono ancora un po' di incognite. Potrebbero venir riassunte alcune persone, ma non si può dire quante, e questo potrebbe anche non accadere. È presto per dirlo, perché non sappiamo ancora quando avverrà con precisione il passaggio ai privati. Il nostro obiettivo rimane inizio gennaio, ma potrebbe anche slittare di qualche mese».
Certo è che la Città si sta muovendo in stretta collaborazione con l'Ufac, dal quale dipende in definitiva la sopravvivenza dello scalo. «L'Ufac viene aggiornato quotidianamente sui nostri passi – evidenzia Emanuele Stauffer –. Stanno facendo grandi sforzi sulle tempistiche per venirci incontro. Sappiamo che stiamo andando nella giusta direzione, perché l'Ufac ce lo conferma».