Il Consiglio di Stato respinge la proposta del Movimento per il socialismo di un piano di riconversione per le maestranze dello scalo di Lugano-Agno.
Una mozione che va respinta. È perentorio il Consiglio di Stato nel rapporto sulla mozione, presentata il 16 settembre 2019 da Matteo Pronzini (del Movimento per il socialismo, Pop e indipendenti) e cofirmatari. Intento dei deputati era quello di "realizzare un piano di riconversione per il personale dell’aeroporto di Lugano". Il governo, nel rispedire al mittente la richiesta, evoca il messaggio n. 7708 del 4 settembre 2019 quando il Consiglio di Stato indicò la sua visione sul futuro dello scalo e del suo personale. Una posizione che lo stesso Gran Consiglio ha formulato nel Decreto legislativo del 4 novembre 2019 e che sarà prossimamente sottoposto a votazione popolare, il 26 aprile.
"Nel solco di questi atti il Consiglio di Stato – si legge nella risposta sottoscritta dal presidente Christian Vitta e dal cancelliere Arnoldo Coduri – non può che chiedere di respingere la mozione in oggetto, anche perché, unita al referendum contro la decisione del Gran Consiglio, essa è potenzialmente pregiudizievole per il futuro del personale dell’aeroporto".
Pronzini e le due deputate Simona Arigoni Zürcher e Angelica Lepori Sergi scrivevano nella mozione che "come più volte ricordato dall’Mps, l’aeroporto di Lugano non ha più la possibilità di volare con le sue ali. Il colpo di grazia di una storia fatta di continui e strutturali salvataggi con denaro pubblico è stato dato con l’annuncio che nel corso dei prossimi anni anche Swiss abbandonerà lo scalo di Lugano Agno. Se prima il mantenimento di questo servizio per qualche centinaio di super-ricchi, finanziato dalla stragrande maggioranza della popolazione, costituiva un accanimento terapeutico, ora il paziente è clinicamente deceduto. L’unica cosa che rimane da fare è occuparsi immediatamente del personale dell’aeroporto".
Per questo, secondo la mozione, Cantone e Città di Lugano avrebbero dovuto costituire con urgenza un gruppo di lavoro (nel quale sia presente una rappresentanza dei lavoratori dell’aeroporto) per muoversi nelle seguenti direzioni:
1. Interpellare, in base alle figure professionali recensite oggi presenti in Lasa (la Lugano Airport Sa), le Divisioni e i Dicasteri per valutare tutte le possibilità concrete di ricollocamento del personale dell’aeroporto, tenendo conto dei nuovi posti di lavoro che si creeranno all’interno dei suoi servizi (calcolando in particolari i posti lasciati liberi dal personale cantonale che partirà in pensione o in prepensionamento). Il risultato di questo lavoro dovrà confluire in un rapporto scritto all’indirizzo del Parlamento.
2. Interpellare tutti i Comuni del cantone chiedendo di fornire per iscritto le disponibilità future per l’assunzione di personale Lasa, secondo quanto riportato al punto 1.
3. Contattare tutti i Corpi di vigili del fuoco che impiegano pompieri professionisti chiedendo quanti di questi andranno in pensione nei prossimi due anni e se esiste l’intenzione di aumentare il loro effettivi.
4. Prendere contatto con tutte le società cantonale e comunali a partecipazione pubblica cantonale (trasporti, turismo, produzione di energia, ecc.) affinché diano la loro disponibilità ad assumere del personale Lasa nei prossimi due anni.
5. Aprire delle discussioni con le ex regie federali (Ffs, La Posta, Swisscom) al fine di stabilire la disponibilità di queste società ad assumere parte dell’attuale personale Lasa.
6. La stessa procedura dovrà essere avviata nei confronti della Confederazione e degli aeroporti ubicati in Svizzera (in primis Zurigo, Ginevra, Basilea).
7. Elaborare una serie di misure concrete di sostegno finanziario alle società, aziende pubbliche e para-pubbliche che dovessero assumere a tempo indeterminato del personale Lasa. In particolare la garanzia dello stesso stipendio degli ex impiegati Lasa che venissero assunti dalle entità citate più sopra. Naturalmente questo onere dovrebbe essere ripartito tra i principali azionisti di Lasa, ossia il Cantone e il Comune di Lugano.
8. Elaborare per il personale Lasa con 58 anni compiuti l’alternativa di una rendita ponte transitoria che garantisca un salario equivalente a quello attuale fino all’età di pensionamento (65 anni per gli uomini, 64 anni per le donne).