Quattro candidati in corsa per il Municipio si esprimono sui tempi della politica e sugli sviluppi della Città
Manca meno di un mese al fatidico 5 aprile. I motori sono accesi e caldi. Fine delle metafore. Parliamo di progetti concreti, anzi dei Grandi progetti di Lugano che da lungo tempo dominano lo scacchiere politico cittadino. In avvicinamento alle elezioni comunali, abbiamo interpellato quattro candidati dei principali partiti in corsa, decisi a fare ingresso nel Municipio cittadino: l’uscente Cristina Zanini, Ps, la quale sollecita il suo terzo mandato nell’Esecutivo; Giovanna Viscardi, consigliera comunale Plr di lungo corso e già presidente del Plr di Lugano; Lorenzo Pianezzi, Ppd, volto noto del turismo – ricopre infatti la carica di presidente di HotellerieSuisse e vicepresidente di Lugano Region – e Tiziano Galeazzi, capogruppo Udc in Consiglio comunale. Il dado è tratto.
Dei grandi progetti di Lugano – l’edificazione del Polo sportivo di Cornaredo e il nuovo stadio e il Polo congressuale al Campo Marzio – si parla ormai da decenni. Si è a vostro avviso perso troppo tempo? Sono davvero una priorità per Lugano?
Zanini: «Una città delle dimensioni di Lugano, polo trainante regionale e cantonale, deve guardare avanti e promuovere anche progetti di ampio respiro. L’Università e il LAC hanno necessitato più di 15 anni dal momento della gestazione all’inaugurazione. Questi due progetti hanno dimensioni altrettanto importanti: ma sono finanziariamente insostenibili se non si ricerca una collaborazione con investitori competenti o altri enti pubblici. Nel 2013 abbiamo perciò deciso di realizzare entrambi i progetti con un partenariato pubblico-privato. Ciò ha fatto perdere un po’ di tempo sulla tabella di marcia. Sia a Cornaredo sia al Campo Marzio abbiamo anche dovuto recuperare ritardi nelle procedure pianificatorie, indispensabili per garantire un’urbanizzazione di qualità. Ora i due concorsi per investitori sono ben avviati e arriveremo presto a partire, naturalmente facendo tutti i passi necessari nel rispetto delle commesse pubbliche e delle approvazioni politiche che la nostra democrazia richiede».
Viscardi: «Sì, è innegabilmente passato parecchio tempo. Ma, come si sa, a volte il tempo può portare consiglio. Il Polo congressuale è una vera priorità. Non è ancora però detto che l’ubicazione prospettata sia quella più idonea; piacerebbe a molti che l’area del Campo Marzio diventasse un parco, a complemento di quelli circostanti, in parte compromessi da interventi non propriamente adeguati. Pure il Polo sportivo presenta aspetti di priorità: la sua realizzazione presuppone tuttavia un ridimensionamento del progetto attuale, non consono alle reali esigenze e per giunta troppo oneroso. Per entrambi i progetti si impone poi una rapida verifica di coerenza con la visione globale sottesa all’auspicato Piano direttore comunale».
Pianezzi: «Se un progetto resta troppo tempo sulle scrivanie, vi è il rischio che quando si è pronti alla sua realizzazione, risulti sorpassato dalla tecnologia e dall’evoluzione. I due progetti restano comunque una priorità per Lugano. Porteranno infrastrutture che andranno a vantaggio dei luganesi, ma anche a vantaggio di tutto il Cantone, e vi sarà un indotto economico non indifferente per attività e commerci».
Galeazzi: «Sicuramente tutto questo tempo non ha giovato a questi progetti, ma un motivo ci sarà stato. In ogni modo la città necessita di una propria anima e di un indirizzo strategico per il futuro a lungo termine. Ovviamente son progetti molto onerosi e con le sole finanze pubbliche sarebbero impossibili, oggi, da realizzare. Sarà decisivo l’intervento con privati, senza scordar il motto, fare il passo secondo la gamba e su questo il LAC ha insegnato con i suoi 230 milioni di franchi sulle intere spalle della Città».
Tra i diversi altri progetti in campo possiamo menzionare i seguenti quattro: il comparto, per cui vi è ancora molto da pianificare, concernente la stazione ferroviaria di Lugano, la cui variante di Pr è denominata “StazLu”; il comparto “TriMa” concernente la sistemazione urbanistica e pianificatoria della trincea ferroviaria nel comprensorio a cavallo tra Massagno e Lugano destinato ad accogliere il futuro campus della Supsi; il lungolago per cui l’estate scorsa, sullo slancio della proposta di Alessio Petralli, si è dibattuto sull’ipotesi di creare una spiaggia-Croisette; inoltre c’è il comparto con la funicolare degli Angioli che prevede fra l’altro il collegamento con il Parco Tassino attraverso una passerella. Quali di questi quattro progetti sono a vostro avviso i più importanti per lo sviluppo di Lugano?
Zanini: «Il vero progetto strategico della città è il piano direttore comunale. È appena stato avviato il concorso e richiederà un lavoro intenso nel prossimo anno. I progetti menzionati, lungolago in primis, sono tutti di valenza regionale e devono essere coordinati e fatti proseguire in contemporanea, perché i tempi di realizzazione saranno inevitabilmente lunghi. Si tende spesso a pensare che gli investimenti siano l’attività più importante per lo sviluppo della città, mentre ci sono molti temi altrettanto significativi che dovrebbero essere trattati con maggior impegno: ad esempio la politica dell’alloggio, la prossimità nei quartieri (quello che l’architetto Renzo Piano chiama “la ricucitura delle periferie”) e la promozione economica».
Viscardi: «I progetti StazLu, TriMa e la funicolare degli Angioli sono molto importanti per lo sviluppo armonioso della città: possono infatti contribuire a valorizzare l’intero comprensorio cittadino, dando un assetto ordinato e funzionale a comparti pubblici di grande rilievo. La spiaggia-Croisette ha la parvenza del frutto immaginifico e forse un po’ nostalgico di un sogno di mezzo inverno. È comunque giusto e doveroso che ci si interroghi su una possibile rivalutazione del lungolago, non trascurando anche gli studi sin qui intrapresi».
Pianezzi: «Ognuno di questi progetti ha una sua funzionalità. Prendiamo però esempio dall’economia privata e diamo delle priorità. Dal mio punto di vista, la stazione ferroviaria ha la priorità n. 1: in occasione dell’apertura di AlpTransit la stazione di Lugano fu denominata la terrazza del Ticino. Sommiamo il forte utilizzo del mezzo ferroviario e il comparto della stazione, ecco che il risultato è un punto di riferimento importantissimo per la tratta da nord a sud e viceversa. Al secondo posto inserisco il progetto della Trincea, che vede lo sviluppo ulteriore dell’apparato universitario. Lugano sta divenendo sempre più una città universitaria, il che porta con sé lo sviluppo di studi, uffici e facoltà, con un viavai di studenti e professori riconosciuti mondialmente che saranno i nostri futuri ambasciatori delle bellezze e delle qualità di Lugano. Alla Croisette di Lugano dedico la priorità 3: un progetto che ritengo interessante e innovativo, con un coraggio di osare che solo le grandi località, scoprendosi poi di successo, riescono ad esprimere. Alla funicolare degli Angioli dedico l’ultima posizione di questa lista, un progetto nostalgico che potrebbe fungere da attrattore, andrebbe a inserirsi tra le peculiarità da visitare, senza peraltro essere comunque decisivo per la scelta della destinazione di Lugano in occasione dell’organizzazione di un viaggio.
Galeazzi: «Sui progetti StazLu e TriMa ne stiamo proprio discutendo e finalizzando i rapporti in Commissione della pianificazione. Decisamente interessanti ma vi sono ancora alcuni punti da chiarire. Per gli altri due, che dire, la spiaggia resterà a mio giudizio un solo “miraggio” e per la funicolare potrebbe essere attrattiva e innovativa l’idea. Meglio così che una ferraglia arrugginita come lo è adesso. I più importanti sono decisamente i primi due, anche perché sono in fase finale nei rapporti commissionali».
Un altro tema che chiama in causa e convoca la politica riguarda il turismo. Spesso ago della bilancia e termometro economico. Certamente Lugano, da sempre, fonda la propria salute finanziaria anche sul turismo che, per essere vincente, richiede iniziative, eventi, investimenti, infrastrutture capaci di attrarre visitatori internazionali per convincerli e soddisfarli della bontà delle proposte, della bellezza dei paesaggi e delle opportunità che una città come Lugano può offrire.
Ma allora – domanda – Lugano fa abbastanza per il turismo? Investe a sufficienza? Quali sono i vettori sui quali occorrerebbe maggiormente puntare (cultura, maggiori investimenti, infrastrutture, eventi)? Parola ai quattro candidati in corsa, ai quali abbiamo chiesto la loro personale opinione e le loro ricette su questo significativo tema.
Zanini: «Lugano offre già molto, ma dovrebbe incentivare maggiormente il turismo di qualità, che valorizza il nostro patrimonio culturale, gastronomico e paesaggistico. Il progetto di rilancio della piscina di Carona è un esempio interessante in questo senso. Inoltre, visto l’effetto di AlpTransit, è necessario aumentare le offerte di giornata non solo con musei ed eventi, ma anche con trasporti pubblici attrattivi, in funzione tutto l’anno, per raggiungere piccole perle turistiche come Gandria e Brè. Non da ultimo, dobbiamo consolidare Lugano come destinazione congressuale aumentando le possibilità di pernottamento in città anche in modo originale: ad esempio creando piccoli alberghi nelle vecchie ville».
Viscardi: «Già si fa molto, ma si può fare ancora di più. Se Lugano vuole contraddistinguersi come città a vocazione culturale e turistica, ben vengano le iniziative volte a darle maggiore attrattività e a migliorarne la vivibilità, magari con il ripristino di manifestazioni che, nel passato, avevano assunto valenza distintiva rispetto ad altre città. L’Ente pubblico è chiamato a collaborare con gli attori dei settori coinvolti (operatori culturali, alberghiero, esercenti e, non da ultimo, negozianti) quantomeno per coordinarne gli sforzi e favorire le soluzioni più appropriate».
Pianezzi: «Lugano fa molto. Ma per fare abbastanza per il turismo è necessario un cambio di marcia nella comunicazione. Le campagne marketing dei vari eventi non sono coordinate e non sono efficaci sui mercati di riferimento: Svizzera interna e Lombardia. L’organizzazione degli eventi è demandata alla Città, mentre la comunicazione all’Ente Turistico. Spesso l’Ente Turistico si trova a dover comunicare solo le date degli eventi, perché dall’organizzazione dell’evento non vengono comunicati con sufficiente anticipo i contenuti, cosa imprescindibile per poter pianificare una campagna marketing efficace. E non solo: andrebbe anche chiesto agli organizzatori degli eventi su suolo pubblico un piano marketing e un budget dedicato alla comunicazione per la promozione del loro evento. Il Lac si sta muovendo invece molto bene».
Galeazzi: «Sulla cultura abbiamo ancora a migliorare sull’“internazionalità” che trovo manchi ancora. Quando fu inaugurato il LAC la parola chiave fu polo culturale internazionale, ma faccio fatica a veder fila di persone provenienti dall’intera Europa o anche da altri continenti. Sul turismo vi sono ancora molti aspetti da migliorare. Ho sempre sostenuto di sfruttare maggiormente il nostro bel lago. Ovviamente in modo sostenibile e non inquinante se possibile. Nel marzo del 2019, con il collega di Cc Albertini e l’amico Bartolini, presentammo alla stampa una visione globale di come avremmo immaginato la Lugano del 2040 e oltre. (visone 2040+). Strano a dirsi ma oggi alcuni partiti, candidati e perfino uno studio richiesto dal Municipio al Team Ratti, ipotizzano parte di quanto da noi esposto nel 2019. Isola compresa! Avevamo visto giusto no? In ogni modo la Lugano turistica deve aver il coraggio di lanciarsi verso il mondo. Restare con i soliti e vecchi cliché non è più sufficiente. Per questo forse necessitiamo di un ricambio generazionale e mentale nelle varie funzioni di alcuni addetti ai lavori».
Lugano Città turistica è in questo momento in stand-by. Siete favorevoli o contrari a che il progetto
si realizzi? Elencate vantaggi e/o svantaggi.
Zanini: «Lugano città turistica prevede principalmente di ampliare gli orari d’apertura dei negozi. In un mondo ormai digitale, in cui si può ottenere a prezzo conveniente e ad ogni ora quello che si desidera con un clic, non è probabilmente questa la soluzione decisiva. È difficile immaginare che i turisti acquistino di più, se trovano da noi solo articoli di lusso e prodotti internazionali disponibili ovunque. L’abbinamento fra commercio locale e vendita online di artigianato e prodotti locali di qualità potrebbe essere vincente».
Viscardi: «Il giudizio è favorevole. Potersi denominare “Città turistica” e adeguarsi a tale statuto rappresenterebbe un ulteriore passo positivo nella realizzazione di una delle connaturali vocazioni cittadine. Se si concretasse il progetto, eventuali svantaggi sarebbero ampiamente compensati da evidenti vantaggi».
Pianezzi: «Decisamente a favore del brand Lugano Città Turistica, permetterebbe di avere un margine maggiore nell’apertura dei commerci, così da permettere di vivere una Lugano VIVA anche durante le ore serali o i giorni festivi».