La vicepresidente della sezione Plr Morena Ferrari Gamba ci parla della sua candidatura in forse e critica la conduzione leghista della Città
È amareggiata la vicepresidente della sezione Plr di Lugano Morena Ferrari Gamba. Tanto che all’ultima assemblea ha rimesso in discussione la propria candidatura alle elezioni comunali di aprile (era fra i sette liberali in lizza per il Municipio in gennaio) e soprattutto ha ventilato la possibilità di abbandonare la politica attiva dopo una lunga militanza. Una militanza iniziata a Breganzona dove ha dato il la al movimento giovanile e rilanciato la sezione locale che, con la sua presidenza, ottenne il risultato storico di superare il Ppd e di condurre il Comune all’aggregazione con Lugano.
Da dove nascono l’amarezza e i dubbi sulla candidatura?
Diciamo che sto valutando seriamente di non ricandidarmi. Nei mesi di lockdown ho riflettuto su molte cose della vita, compreso il peso e il valore di ciò che faccio e voglio fare. La politica per me è sempre stata importante. Vi ho dedicato molta parte della mia vita, avendo iniziato giovanissima. Saranno gli anni passati, sarà il pessimismo della ragione, ma con la politica attuale non riesco più a ritrovarmi. Oggi mi pare una politica di facciata, da avanspettacolo, molto narcisistica composta da “stelle” vuote e all’atto pratico davvero poco attenta al prossimo e al cittadino. Capisco che non è facile perché tutto è veloce, le risposte richieste dal cittadino devono essere immediate e non c’è mai il tempo della riflessione e della progettazione.
Cosa manca alla politica e ai suoi rappresentanti odierni?
Vi è molta supponenza, poca cultura politica che ti permette una lettura del passato per comprendere meglio il futuro. Se riuscissimo a far capire a queste nuove generazioni di politici che conoscere le proprie radici, comprendere l’evoluzione della storia e dei pensieri è l’unico modo per sviluppare il senso critico e la comprensione degli eventi, sarebbe già un grande passo. Temo di essere fuori tempo. Ho capito che posso fare meglio attraverso altre vie, come il Circolo Liberale di Cultura Carlo Battaglini di cui sono presidente o il Film Festival Diritti Umani o altre attività o enti a favore delle persone, compresa quella professionale che mi impegna molto.
Come valuta la conduzione della Città a maggioranza leghista?
Ritengo che l’attuale Municipio amministri, neanche tanto bene, ma non trovo che abbia la visione, la progettualità e il carisma di coloro che hanno gestito la Città in passato, a maggioranza liberale. Dal 2013 gli occhi si sono chinati sui libri contabili, che pure era necessario, ma si sarebbe anche dovuto alzare lo sguardo, perché questo è il compito della Politica. Dopo il Lac, a suo tempo tanto vituperato e ora fiore all’occhiello della città, questo Municipio non è stato in grado di realizzare nulla. Tutti i progetti sono stati tirati fuori dai cassetti solo recentemente, si è studiato molto e si continua a suon di mandati paralleli: vedi Masterplan unitario, Polo sportivo e degli eventi, Polo congressuale, misure concrete per il rilancio dei commerci e della piazza economica, per citare i più importanti. In compenso siamo riusciti a distruggere un aeroporto, a dimenticarci dei quartieri, a non risolvere il piano del traffico e della mobilità sostenibile. Insomma, siamo ancora ai piedi della scala. Arriverà AlpTransit, ma sarà solo un treno in transito, visto che la stazione non sarà pronta (non è colpa solo di Lugano) e se tutti i progetti partiranno sarà una città a soqquadro per una decina di anni. Ora, ripiombiamo in un momento di crisi e la domanda da porsi in tempi rapidi è quali di questi progetti possiamo realizzare e trovare soluzioni magari diverse e innovative da quelle sin qui percorse. Un Municipio coeso potrebbe farlo, ma questa maggioranza purtroppo no!
Quanto hanno pesato i dissapori all’interno del Plr?
Domanda di riserva? In verità io credo che in tutti i partiti, gruppi, associazioni, ci siano tensioni, incomprensioni e dissapori. Purtroppo, noi siamo molto bravi a esporli pubblicamente. Si preferisce comunicare via stampa piuttosto che nei luoghi deputati a farlo. E i media non sono senza colpa nel voler enfatizzare situazioni di frizione, al limite del gossip e non dell’informazione. L’Ufficio presidenziale cerca di cucire, dove si può, e di dare anche un nuovo indirizzo tenendo sempre molto salda la visione liberale e cercando di affrontare le questioni con forte senso critico, quasi di opposizione (in fondo lo stiamo diventando). Un atteggiamento di critica, ma nel rispetto delle istituzioni e delle regole democratiche. Non mi pare che in tal senso il partito di maggioranza relativa lo stia facendo, vedi la rinuncia ai lavori della Commissione delle petizioni, la poca partecipazione a redigere i rapporti o ancora al bloccare progetti (v. StazLu2) con la semplice non entrata in materia.
Rimpianti? O meglio, ritiene che su alcuni temi, lei e il Plr avreste potuto fare di più?
Il mio rimpianto è quello di non essere riuscita a incidere di più su proposte e progetti per e del Plr. Mi dispiacerà non essere più in prima fila, mi mancherà se decido di rinunciarvi definitivamente. Ma bisogna anche imparare a fare un passo indietro. Il rimpianto e anche un po’ la rabbia, è quello di vedere una bella Città come Lugano, con tanto potenziale, paralizzata e che ha perso la sua capacità di essere città dinamica e locomotiva del cantone. È ora di recuperare il terreno. Io vedo il potenziale in una “Lugano città della cultura”: un bene per chi ci vive e una grande attrattività per chi ci viene. Un progetto culturale è un volano importante per l’economia e un punto di partenza per una nuova identità e rinascita della nostra bella città. Un progetto ampio e diffuso e che coinvolga tutti gli attori presenti sul territorio, associazioni, enti, giovani e università compresi, ma anche in campi diversi dall’arte all’architettura, da espressioni artistiche di ogni tipo e forma, per migliorare ambiente e del vivere bene spazi e luoghi. Qualcosa, bisogna ammetterlo, in tal senso si sta facendo. Ma per creare un humus ideale affinché ci sia fermento artistico e di idee ci vuole di più, ci vuole volontà e condivisione. Chissà, forse…