Luganese

Chiesti 5 anni e l’interdizione dalla professione

La pp Chiara Borelli: 'La società si aspetta che un medico sia competente e abbia come scopo il benessere della persona, non che persegua i propri bisogni'

Secondo la pp Borelli le vittime sono state 'violate nell’animo e nel corpo: una prima volta nel suo angusto studio e una seconda venendo colpevolizzate' (Ti-Press)
7 ottobre 2019
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Cinque anni di detenzione e l’interdizione all’esercizio della professione. Questa la richiesta di pena della procuratrice pubblica Chiara Borelli per lo psichiatra 54enne accusato di abusi sessuali di vario grado a danno di otto sue ex pazienti. «La società si aspetta che chi veste i panni del medico sia competente e abbia come scopo il benessere della persona, non che persegua i propri bisogni». Ha esordito così la pp nella requisitoria, ricordando all’imputato il giuramento di Ippocrate «che dovrebbe conoscere bene». E invece, secondo la pubblica accusa, l’uomo avrebbe abusato della fiducia e della dipendenza che legava a lui le vittime, «strumentalizzando il mandato medico per dissimulare quello che faceva». «Una situazione di dipendenza che, secondo diversi studiosi, ricorda il rapporto fra un genitore e un bambino». Il medico in altre parole avrebbe sfruttato l’intimità venutasi a creare nelle relazioni terapeutiche con donne fragili. Le vittime, ha aggiunto Borelli, hanno riferito tutte la stessa cosa. Senza conoscersi, in tempi e durante verbali diversi.

Non sarebbe credibile quindi quanto dichiarato dall’imputato durante l’interrogatorio (cfr. articoli suggeriti) che le pazienti avrebbero rilasciato determinate testimonianze perché influenzate dalla notizia della denuncia, dal «condizionamento mediatico» come l’ha definito lui. La pp ha ripercorso i verbali - evidenziandone le numerose contraddizioni -, come pure le singole storie delle donne coinvolte. Diverse, ma accomunate dall’essere state «violate nell’animo e nel corpo: una prima volta nel suo angusto studio e una seconda venendo colpevolizzate».

Borelli ha infine ricordato che non vi è stata da parte dell’uomo né alcuna collaborazione, né un pentimento. Domani è attesa l’arringa dell’avvocato difensore Niccolò Giovanettina, mercoledì la sentenza.