Lo psichiatra a processo per abusi sessuali: 'È la paziente che mi ha portato a questa situazione'
«Per un rapporto più autentico con la paziente». Questa la molla che avrebbe spinto lo psichiatra, secondo le sue stesse parole pronunciate poco fa incalzato dal giudice Amos Pagnamenta, ad avere un rapporto sessuale completo con una paziente. L’incontro, il primo dei due, sarebbe avvenuto a casa della 48enne, dove lei l’avrebbe condotto in camera da letto chiedendogli un rapporto. «È la paziente che mi ha portato a questa situazione, io ho acconsentito a questa richiesta – si è giustificato il 54enne –. Sono andato ingenuamente a casa pensando di bere un caffè. Se l’avessi rifiutata avrebbe potuto viverla male». Dichiarazioni che, unitamente alle puntualizzazioni poco chiare e alle versioni contraddittorie fornite dall’imputato – che più volte ha detto in aula di non ricordare bene quanto avvenuto o puntando il dito contro la memoria delle donne –, hanno innervosito più d’una volta il giudice.
Fra le presunte vittime, anche la giovane colpevole del tentato assassinio di Purasca
La 48enne è l’unica delle pazienti con la quale ci sarebbero stati rapporti sessuali completi – sebbene il medico l’abbia inizialmente negato in fase d’inchiesta –, ma la prima presunta vittima dell’uomo è una trentenne. E si tratta di una persona nota purtroppo alle cronache e ai tribunali.
Si tratta della giovane condannata nell’aprile del 2016 a sette anni e mezzo per il tentato assassinio di Purasca, quando lei e il compagno cinquantenne ferirono – durante una rapina a casa sua – un 64enne. La coppia inoltre, nell’agosto del 2015 ferì sei persone a Lugano sparando con armi soft air. Ma non solo: la stessa giovane è stata anche vittima di un altro uomo: un ex prete, nonché suo ex curatore, che ne avrebbe abusato per anni a partire dalla prima adolescenza della donna. Soprusi per i quali l’ex parrocco è stato poi condannato a sua volta nel 2016 a otto anni e mezzo.