Alla sbarra un italiano che era riuscito a raggirare un connazionale che gli aveva prestato 720mila euro. Accusato di truffa e tentata estorsione, ammette i fatti.
Ha prospettato a un amico un investimento ma in realtà aveva solo bisogno di soldi. Perciò, ha architettato una truffa facendosi dare 720’000 euro in quattro tranches dall’amico che ha pure indotto a firmare una scrittura privata all’hotel Splendid di Lugano. Una scrittura nella quale ha messo pegno diamanti per un valore di oltre 2 milioni di euro (in realtà erano zirconi). Poi ha minacciato l’amico di denunciare il caso alla commissione anti riciclaggio italiana. Tuttavia, il disegno criminoso non è andato a buon fine quando sono scattate le manette ai suoi polsi.
Questi i contorni della vicenda che la presidente della Corte delle assise correzionali di Lugano Manuela Frequin Taminelli sta ricostruendo oggi nell’aula penale a Palazzo di giustizia.
L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Barletta e accusato di truffa e tentata estorsione, è un 68 enne di Torino ex titolare di un ristorante nel capoluogo piemontese. L’uomo ammette i fatti contenuti nell’atto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna.
In apertura, il processo è stato interrotto e le parti hanno sottoscritto l’impegno di risarcimento con il quale l’imputato ha accettato di ipotecare la proprietà che possiede in Francia (acquistata per 1,3 milioni di euro). La vittima della truffa è tutelata dall’avvocato Roberto Marconi che ha formulato una richiesta di risarcimento di 675 mila euro più interessi. Richiesta alla quale in aula l’imputato non si è opposto. I fatti sono avvenuti fra il luglio 2017 e il 13 febbraio 2019, quando la polizia è intervenuta, dopodiché è partita l’inchiesta che ha scoperchiato l’inganno.