Luganese

Lugano, la banchina sul lungolago è sotto inchiesta

Portato alla luce dal sindacato Unia un subappalto illecito del manufatto inaugurato in Riva Vela negli scorsi mesi. Il Municipio vuole vederci chiaro

((Ti-Press))
13 settembre 2019
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La banchina con pontili per le barche inaugurata questa estate in Riva Vela a Lugano, costata  230mila franchi e la cui realizzazione era stata affidata a un architetto con mandato diretto, secondo quanto denunciato da Unia e riportato venerdì dal quindicinale Area è stata costruita (anche) con un subappalto illecito. Lo rende noto la RSI. Per uno dei cinque lotti, le opere di falegnameria del valore di 67mila franchi, il progettista aveva scelto la ditta che aveva presentato l'offerta a un prezzo minore, ma questa (in realtà attiva in un campo diverso, quello degli arredamenti e delle attrezzature per bar e ristoranti) a sua volta avrebbe affidato l'esecuzione dei lavori a una seconda società. Contravvenendo così alle disposizioni in materia di commesse pubbliche. Il sindacato, che segnalerà il caso all'organo di vigilanza delle commesse pubbliche, dispone di prove fotografiche in merito. Sul cantiere erano esposti solo gli striscioni dell'architetto e del reale esecutore e non di chi si era aggiudicato il mandato. 
Il Municipio di Lugano era all'oscuro di tutto quanto accaduto letteralmente sotto le sue finestre. "A noi giunge che ci sia stato solo un prestito di personale, che sarebbe permesso" – ha dichiarato il municipale Roberto Badaracco ai microfoni della RSI, "ma bisognerà vedere se è stato davvero così". Il subappalto, va precisato, a norma di legge sarebbe stato possibile solo se previsto nella documentazione di gara, ma così non era. "Ci siamo dotati di strumenti di controllo importanti per evitare problemi con le commesse pubbliche. Il sindacato vuole chiarezza ed è giusto farla fino in fondo" ha concluso Badaracco. La ditta che ha effettivamente costruito la passerella, in aggiunta, sottolinea Unia, proprio la settimana scorsa è fallita lasciando oltre un milione di debiti, compresi mancati pagamenti di IVA, oneri sociali e imposte. Il suo impresario appena un anno fa era già fallito una prima volta, anche in quel caso con un importante scoperto a carico della collettività. Lo striscione sul cantiere sul lungolago riportava il nuovo nome... e l'indirizzo di posta elettronica precedente. Lo stesso titolare, inoltre, a quanto risulta a Unia avrebbe già aperto una nuova ditta.