In Pretura penale, comincia il secondo dibattimento con la nuova accusa di violazione della legge sanitaria cantonale nei confronti dell'Eoc
Le accuse sono le solite, ma l’impianto accusatorio è stato rivisto e se possibile rafforzato: lesioni colpose gravi, subordinatamente semplici. Di nuovo c’è che, secondo il magistrato, l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) finito alla sbarra dopo che l’operatore sanitario del Civico responsabile dell’errore medico avvenuto il 19 dicembre 2013 non è mai stato identificato “ha violato la norma Iso, rispettivamente e comunque la legge sanitaria cantonale”.
Così torna oggi in aula penale a Bellinzona il caso sul contagio di epatite C di tre pazienti avvenuto nelle procedure preparatorie all’esame di tomografia assiale computerizzata (più noto come Tac) nel reparto di radiologia dell’Ospedale regionale di Lugano che non ha fornito il nome del tecnico. La condanna contro l’Eoc, inflitta il 21 novembre 2016 dal giudice Siro Quadri della Pretura penale – multa di 60mila franchi per il reato di lesioni colpose gravi per carenza organizzativa interna – era stata “cassata” dalla Corte di appello e revisione penale dopo il ricorso dei legali dell’Eoc, Mario Molo e Mattia Tonella.
In sintesi, la Corte di appello aveva ritenuto che la condanna fosse fondata sulla violazione della legge sanitaria cantonale non menzionata nell’atto d’accusa. A rappresentare la pubblica accusa nel processo, a rischio di prescrizione, vi sarà il procuratore pubblico Moreno Capella che ha ereditato il caso dall’ex Pg John Noseda. La difesa dell’Eoc sarà invece sostenuta dall’avvocato Mattia Tonella. Mentre Stefano Pizzola, Tuto Rossi e Rossano Bervini rappresentano i pazienti contagiati nel frattempo guariti.