Il 'Caffé' rivela la retromarcia del perito designato dalla Procura. Ecco perché la Corte d'appello e di revisione penale ha accolto il ricorso dell'Eoc.
Sarà sicuramente da rifare il processo celebrato nell’autunno 2016 sul caso di contagio da epatite C avvenuto nel dicembre del 2013 all'Ospedale Civico di Lugano. Il Caffè di oggi ha infatti riferito della retromarcia fatta dal perito designato dal procuratore generale John Noseda. Cristian Palmiere, esperto svizzero un anno e mezzo fa aveva parlato di "cattiva organizzazione aziendale".
Tuttavia, dopo il dibattimento e la condanna, ha ritirato quanto scritto in una lettera al presidente della Corte dei reclami penali annunciando essersi sbagliato per aver affermato che nel reparto di radiologia dell’ospedale Chuv di Losanna ogni atto e il relativo autore vengono registrati al computer. Una lettera che potrebbe cambiare se non ribaltare totalmente il verdetto del processo della Pretura penale.
Ed è forse proprio l'elemento anticipato dal 'Caffé' ad aver spinto la Corte d'appello e di revisione penale, l'autunno scorso, ad accogliere il ricorso dell'Eoc contro la sentenza di prima istanza pronunciata al termine del dibattimento in Pretura penale e che presupponeva il versamento di una multa di circa 60 mila franchi. La palla passa nel campo del Ministero pubblico.
Nel 2013, lo ricordiamo, all’ospedale Civico si verificò l'infezione di una sacca multiuso di sostanza salina, ciò che permette di "liberare" la vena per introdurvi il liquido di contrasto prima di effettuare una tac. L'Eoc nel novembre 2016, venne condannato per disorganizzazione aziendale, ma nel processo non si riuscì ad individuare il presunto responsabile. Nel mirino era finito un tecnico di radiologia, ma la certezza che fosse stato lui la magistratura non è mai riuscita a trovarla.
Nella sua edizione odierna il Caffé ha pubblicato la deposizione del tecnico di radiologia finito sotto inchiesta ma prosciolto e la lettera del perito in cui fa la clamorosa retromarcia. "Non ricordo di essere stato io a occuparmi di quel paziente - ha affermato il tecnico - Potrebbe essere intervenuto anche un’altra persona. Io non avrei commesso un simile errore".